Comitato cittadino per l'ampliamento del cimitero di Rosarno

“La gente muore e spesso la salma rimane posteggiata nella camera mortuaria in attesa che qualche amico compiacente la ospiti in qualche loculo di sua proprietà, sperando che la famiglia riesca, nel tempo, a trovare migliore collocazione. Capita anche spesso che la salma venga trasferita in cimiteri vicini alla città di Rosarno (Reggio Calabria). È una vergogna”. Comincia così la lettera firmata dal prof. Gaetano Spataro, presidente del Comitato cittadino spontaneo, in una lettera indirizzata al sindaco, con la quale esprime lo stato d’animo dell’intera cittadinanza per le condizioni in cui versa il cimitero, tali da impedire o rendere molto difficoltosa la pratica della sepoltura.
“Il cimitero – esordisce Spataro – è rimasto delimitato dalle mura che mente d’uomo ricorda (è stato inaugurato nel 1841, n.d.r.). Oltre ad essere limitato per capienza, ritengo che sia il più brutto che esista in Italia. Non ha alcun assetto strutturale, le cappelle mescolate alle tombe ti danno l’immagine della tristezza più di quanto te ne dia il luogo in cui ti trovi. Le stradelle in terra battuta con pietre che fuoriescono dal piano di calpestio mettono a repentaglio la stabilità del cittadino in visita ai suoi cari. A sprazzi si notano piccoli spazi cementati, oltre a residui di materiali per lavori di ristrutturazione lasciati qua e là”.
Per uscire dall’attuale situazione di precarietà, esistono per Spataro delle soluzioni, che consentono di allargare la struttura, nonostante i vincoli archeologici esistenti. Le prospetta, pertanto, alla nuova amministrazione comunale perché provveda, se lo ritiene opportuno, a portarle ad attuazione.

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