Altro furto di bara

Forse un sequestro di bara per chiedere un riscatto. Questa la ipotesi più accreditata circa il furto della bara di Angelo Moressa, ritrovata mercoledì mattina della passata settimana sull’argine a Correzzola (vicino a Piove di Sacco, in Veneto) nascosta tra le sterpaglie. Il fatto che la bara non sia stata gettata nel Bacchiglione induce a ipotizzare che la banda fosse intenzionata a chiedere un riscatto alla famiglia di Angelo Moressa. Per gli investigatori dell’Arma ci sarebbe infatti in ballo un debito mai pagato di circa 500 mila euro. Il sequestro finalizzato alla richiesta di un riscatto darebbe così un senso al lavoro certosino fatto in cimitero per scassinare il loculo. Non tramonta però neppure l’ipotesi del gesto intimidatorio, ideato per far ritirare alla famiglia Moressa l’istanza di opposizione all’archiviazione nel caso che vede come unici indagati l’imprenditore Severino Rampazzo, 84 anni e il trentaduenne Leopoldo Mantoan, rispettivamente nei ruoli di mandante ed esecutore materiale del delitto. Attualmente risultano indagate tre persone.

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