A Lucera 9 arresti per violazioni di sepolcro in danno del Comune

Il 2 aprile 2007 una segnalazione anonima indirizzò i poliziotti di Lucera (FG) sotto un pilone di un ponte, dove si trovava semi aperta una cassa da morto in legno, di almeno 20 anni, e da cui fuoriuscivano pezzi di stoffa. Al suo interno, né nelle vicinanze, non venne ritrovato alcun cadavere.

Le indagini sul “caso della bara vuota” sono durate due anni e oggi, a indagini ancora in corso, sono state arrestate nove persone di Lucera. Otto di esse si trovano in carcere, una è agli arresti domiciliari.

Si tratta di Giovanni Carlo Pignatelli, di 66 anni e di suo figlio Fabio di 29, titolari di agenzia funebre così come Michele Di Carlo, di 44 anni, e Antonio Montanello, di 40, detenuto ai domiciliari. Assieme a loro sono finiti in manette cinque operai di una ditta che svolge servizi necrofori per conto del Comune. Sono Antonio Spagnuolo, di 39 anni, Alessandro Scarano, anch’egli 39enne, Michele Cenicola, di 34, Francesco Antonio Cenicola, di 47 anni, e Michele Oro, di 45. Le accuse contestate sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata, anche nei confronti dello stesso Comune di Lucera, violazione di sepolcro, estorsione, abuso d’ufficio e violazione del regolamento di polizia mortuaria.

Riportiamo dal sito www.luceraweb.eu la vicenda:

…. sarebbe stato accertato che dal 2005 nella struttura di Monte Sacro era diventata quasi consuetudine una gestione “privatistica” di diverse operazioni consistenti in trasferimenti di salme, estumulazioni, allargamenti di loculi e rivestimenti di bare usurate con casse zincate. Il tutto veniva eseguito violando sepolcri e senza alcuna autorizzazione da parte del Comune di Lucera e dell’ASL, facendo peraltro mancare i pagamenti dei tributi comunali previsti dalla legge, oltre al riscontro di furti di suppellettili, lapidi ed estorsioni ai danni dei parenti dei defunti, i quali venivano avvicinati o contattati quando si recavano al cimitero per chiedere delucidazioni in merito ai servizi cimiteriali. Da quel momento ai familiari veniva prospettata la rapida risoluzione di qualunque problema, per giunta con il superamento degli oneri burocratici e l’aggiramento di obblighi e divieti imposti dalla normativa vigente. In questo modo nasceva una vera e propria “contrattazione parallela” rispetto al percorso comunale per servizi che gli operai avrebbero comunque dovuto eseguire per conto di Palazzo Mozzagrugno.
Tra gli episodi ricostruiti, infatti, ci sarebbero numerosissimi casi di truffe aggravate nei confronti del Comune di Lucera per il mancato pagamento di diritti cimiteriali, violazioni di sepolcro per trasferimento non autorizzato di salme in assoluta violazione di normative di polizia mortuaria e di norme igienico-sanitarie, operazioni di rifascio delle bare, sempre eseguite da impresari di onoranze funebri in modo privatistico con la totale esclusione del Comune, unico ente legittimato al rilascio di autorizzazioni per ogni lavoro effettuato nell’ambito cimiteriale e dell’ASL, competente in materia igienico-santaria, con il concorso degli operai necrofori. In un altro caso è stato accertato il trasporto di una salma dall’ospedale Lastaria con un’ambulanza di proprietà di un’agenzia funebre, in violazione alle norme di polizia mortuaria.

Un altro canale individuato dagli investigatori per “deviare” i servizi cimiteriali ai privati era costituito dal contatto che parenti di defunti avrebbero avuto proprio con titolari di agenzie di onoranze funebri, ancora una volta attuando la “consuetudine” di ignorare la regolare procedura prevista dalle norme in materia e ricorrendo alla manodopera degli stessi operai con i quali, a quel punto, gli affari sarebbero stati gestiti congiuntamente con lavori eseguiti o in orari di chiusura del cimitero o approfittando della confusione dovuta alla presenza di altri cantieri presenti nel cimitero.
Da questo contesto, secondo i poliziotti, trova spiegazione l’episodio del 2007 del ritrovamento della bara, il cui occultamento era stato eseguito in modo maldestro ed inefficace per “ fare spazio” nei propri loculi, specialmente nelle cappelle private, liberando bare e spostando i resti del defunto in altri loculi della stessa famiglia situati nel medesimo edificio o in una cappella privata.

Maggiori particolari possono essere sentiti ascoltando la conferenza stampa cliccando qui

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  1. Gli arrestati sono tre titolari di pompe funebri e sei tra operai e collaboratori di alcune cooperative subappaltatrici, che avrebbero realizzato illecitamente servizi di tumulazione e organizzazione delle cerimonie funebri

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