Ospedale d’Aosta: beccati per il solito mercimonio di informazioni sui decessi e in aggiunta anche per cessione di cocaina

Trenta Carabinieri del Gruppo Aosta hanno eseguito, alle prime luci dell’alba di ieri, 23 dicembre 2019, un arresto ed altre due misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Aosta, nei confronti di due necrofori dell’Ospedale regionale e di un impresario di pompe funebri.
I reati ipotizzati dalla Procura, che ha coordinato le indagini svolte dai militari del Nucleo Investigativo, sono lo spaccio di stupefacenti, l’assenteismo, la corruzione e l’istigazione alla corruzione.
In manette è finito Michel Agostino, 35 anni, di Aosta, uno degli addetti alle operazioni mortuarie al nosocomio cittadino.
Per lui sono scattati i “domiciliari”: gli inquirenti gli contestano oltre trenta cessioni di cocaina – tra la primavera di quest’anno e lo scorso novembre – avvenute sia durante il turno di servizio in ospedale, sia allontanandosi indebitamente ed arbitrariamente dal lavoro.
Il traffico di stupefacenti, in realtà, è emerso durante un’inchiesta più ampia dei Carabinieri del Reparto Operativo, che avevano iniziato ad sviluppare investigativamente “rumors” di possibili “accordi” tra necrofori del “Parini” e imprese del settore funebre.
In questo filone delle indagini sono coinvolti Ennio Max Carlo Théodule, 65 anni, di Aosta, socio della “Onoranze funebri Theodule”, e l’operatore mortuario Valter Chenal, 58 anni, di Pollein.
Entrambi sono sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e, per il primo, è scattata anche l’interdizione per sei mesi dall’esercizio dell’attività imprenditoriale nel campo funerario.
I due sono accusati di aver concluso un “patto corruttivo” per cui l’impresa funebre avrebbe percepito utilità, consistite “nell’aggiudicazione di servizi funerari e nell’organizzazione di tutte le incombenze derivanti da decessi avvenuti all’interno dell’ospedale di Aosta”.
Ciò sarebbe avvenuto attraverso “l’intermediazione illecita di Chenal” (considerato incaricato di pubblico servizio, quindi ufficiale corrotto), cui Théodule (ritenuto quindi corruttore) avrebbe “contraccambiato” versando, in almeno due occasioni somme di denaro.

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