Domanda
Il Comune ha autorizzato la conservazione in abitazione privata delle ceneri di 6 salme, decedute negli anni 2005 e 2006.
L’affidamento viene autorizzato con produzione di autocertificazione dei parenti indicante tale volontà dell’estinto.
Non esiste volontà scritta in vita dallo stesso estinto.
L’Amministrazione chiede se il comportamento adottato è corretto.
Se non lo è, è necessario richiedere la restituzione delle ceneri?
Risposta
È determinante sapere che le persone le cui ceneri sono in affido ai familiari sono decedute tutte dopo l'emanazione ed entrata in vigore della L. 130/01.Con questo provvedimento l’affido diventa possibile.
Le regole sono però fissate dal Comune (in assenza di attuazione statale o regionale).
Si segue quindi quel che ha deciso il Comune.
Esso ha titolo in materia nel caso in cui stabilisca regole permissive (autocertificazione di tutti i familiari aventi titolo).
Ma, anche, nel caso in cui fissi regole severe (solo scritto del de cuius).
Se l’Amministrazione lo ritiene, è opportuno continuare a mantenere lo stesso comportamento.
A meno che norme di rango superiore non impongano da una certa data in poi nuove regole.
- del: 2008 su: Ceneri e urne cinerarie per: Italia Tag: Cremazione | Cremazione-autorizzazione alla cremazione | Quesiti | ceneri in: ISF2008/1-b Norma: L. 130/2001