[fun.news.1274] A Torino SEFIT10 2006: prove di dialogo

Riportiamo alcuni brani dell’editoriale che apparirà sul numero di I Servizi Funerari del primo trimestre 2007, a firma di Daniele Fogli, dove di traccia il bilancio della manifestazione che quest’anno si è svolta a Torino, dal 14 al 15 dicembre 2006.
La lettura dell’evento è quella di aver rotto delle barriere tra i vari soggetti intervenuti.
“La prima svolta è quella data dal confronto tra SEFIT e FIC, dopo le incomprensioni che avevano caratterizzato gli ultimi due anni.
Ora le differenze di impostazione ci sono ancora (in particolare sullo sviluppo da dare alla dispersione ceneri e all’affidamento), ma su altre questioni (natura pubblica dei cimiteri: sia di urne che di feretri, ruolo essenziale dei Comuni nello sviluppo dei crematori e della cremazione) le convergenze sono evidenti.”
Ma anche il dialogo tra mondo laico e mondo cattolico ha fatto registrare importanti convergenze.
Dialogo che si è registrato anche tra una comunità islamica presente al convegno e i vertici della Sefit, che hanno manifestato disponibilità ad approfondire le questioni connesse con le sepolture degli acattolici.
“Più ostico il confronto tra pubblico e privato per concertare soluzioni capaci di sbloccare il percorso della riforma dei servizi funerari, incagliatasi sul finire della passata legislatura.
Dopo una iniziale contrapposizione, che aveva fatto temere la rottura dell’occasione di dialogo ancor prima di cominciarlo con le Federazioni private del settore funebre e in particolare con Feniof, poi nella seconda giornata, talune posizioni si sono ammorbidite e ora si punta a capire quali possano essere i nuovi percorsi che la SEFIT sta proponendo a FENIOF e FEDERCOFIT.”
LA SEFIT ha proposto un luogo comune di concertazione delle grandi politiche di settore e ha già avanzato le proprie proposte:
“- demanialità di ogni tipo di cimitero (sia esso di feretri o di urne), riconoscimento dei servizi cimiteriali e di cremazione quali servizi di interesse generale aventi rilievo sociale e quindi con una pluralità di scelte di gestione da parte dei Comuni, tra le quali vi è anche la opzione privata, ma resta integra pure quella pubblica in tutte le forme possibili;
– maggior peso della legislazione statale nella identificazione dei requisiti dell’esercente l’attività funebre e riduzione del numero di operatori, per puntare a soggetti veramente in grado di competere nel panorama italiano ed internazionale;
– etica dell’impresa funebre sia per combattere le forme di sciacallaggio nell’acquisizione dei funerali, sia nella lotta all’evasione fiscale.”
La risposta dell’imprenditoria funebre privata non si è fatta attendere:
“- avanti tutta con le liberalizzazioni (e quindi ben poche occasioni di dialogo con le imprese pubbliche); si a moralizzazione e trasparenza nell’acquisizione di funerali e si alla lotta all’evasione fiscale.
– posizioni differenziate sulla razionalizzazione del comparto funebre: più a favore dell’impresa funebre strutturata la Feniof, più vicina al modello consorzio di servizi e agenzia funebre la Federcofit.”
E a concludere la SEFIT che ha chiaramente detto all’imprenditoria funebre: o si cambia registro o si torna al gioco di interdizione dell’una federazione sull’altra, con buona pace per avere in tempi rapidi la approvazione della riforma dei servizi funerari.

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