E così sia
Con una improvvisa accelerazione, nel mese di febbraio sono maturate le condizioni per far approvare alla Camera la riforma dei servizi funerari.
Quali gli elementi positivi?
Innanzi a tutto metterei che il testo passato alla Camera risponde alle richieste che pervengono dai cittadini e dalla maggioranza degli operatori del settore.
Tanto che, nell’infuocato clima politico italiano, il fatto che il DDL sia passato con l’astensione di tutta l’opposizione, la dice lunga su che attese e che lavoro informativo era stato fatto in precedenza!
Inoltre diverse delle soluzioni in esso contenute permettono di allentare le tensioni cimiteriali dovute a carenza di posti salma, per l’indubbio effetto positivo che avrà la crescita della cremazione.
La norma, che avrà bisogno del passaggio al Senato per diventare legge dello Stato, introduce solo parte dei principi su cui basare la regolamentazione del settore funebre, ma almeno lo riconosce come attività con una sua dignità e dà ai Comuni degli strumenti di controllo per aumentarne la trasparenza.
Già che ci si era potevano essere individuati i requisiti minimi per la operatività degli esercenti l’attività funebre sull’intero territorio nazionale. Cosa su cui non si è registrata l’unità di intenti tra le varie Federazioni del comparto.
Su questo versante la guerra senza esclusione di colpi che si sono condotte FENIOF e FederCofit con relative alleanze più o meno occulte, ha del tutto vanificato l’obiettivo iniziale.
Il vero elemento negativo, che mi preoccupa prima come cittadino e studioso della materia e poi per la collocazione che mi è propria, è che viene minata “alla base la natura stessa del cimitero ed il rapporto che ogni persona ha con la morte ed il morire”, se al Senato il testo non verrà modificato.
Aprire i cimiteri ed i crematori alle logiche di mercato significa cancellare secoli di storia!
Significa cambiarne la natura, da memoria storica di una collettività e segno tangibile della morte nelle città, ad un supermercato dei posti salma.
Il permettere cappelle private, da vendere in blocco o per singoli posti salma a chi lo richiede, oltre a favorirne la proliferazione oltre ogni limite, determina la nascita di minisurrogati di cimitero che, se non verranno cavalcati dagli immobiliaristi, lo diventeranno presto da parte dell’imprenditoria funebre.
Se a questo uniamo la facilitazione alla dispersione delle ceneri, la possibilità di affidamento per la conservazione familiare delle urne, vediamo come sia proprio il rapporto con i riti funebri che ne viene modificato.
Sommando tutti i provvedimenti previsti dal disegno di legge appena approvato alla Camera si da un colpo mortale al sistema cimiteriale italiano, privatizzandone i guadagni e socializzandone le perdite.Editoriale di Daniele Fogli, pubblicato su I Servizi Funerari 2/2005.
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