Il valore morale delle onoranze funebri

Creare e difendere dai soprusi dello squallore dilagante una cultura funeraria e?un notevole lavoro di educazione e crescita morale per cittadinanza. La società ci ha insegnato a trattare i cadaveri come spazzatura e spesso si usa anche negli ambiti di polizia mortuaria un linguaggio violento capace, nel suo delirio sguaiato, di considerare i morti come resti o ancor peggio rifiuti da smaltire, proprio come avviene per la nettezza urbana. La nostra civiltà ha prodotto posti infernali come i moderni obitori, luoghi abbandonati da Dio e dall?arte, i peggiori che l?uomo abbia inventato per sé stesso, non a caso il linguaggio tecnico degli addetti ai lavori li considera come semplici depositi d?osservazione. Per protesta umana, chi contro questa degenerazione volesse esercitare con scrupolo la propria vocazione di vero impresario funebre dovrebbe aggirarsi tra tavoli autoptici, celle frigorifere e siringhe di formaldeide a recitare poesia per suscitare una reazione viscerale all?oscenità di quegli ambienti. Ecco l?intento provocatorio che potrebbe imprimere una vera svolta al settore: siccome bellezza chiama bellezza per converso almeno gli animi più sensibili dinnanzi ad un imprenditoria funebre molto più attenta ai bisogni dello spirito dovrebbero capire l?orrore di stanze così anonime, vuote e miserabili. Il problema della rountine massacra gli operatori, l’unico antidoto a questo appiattimento dilacerante potrebbe davvero esser l’arte. Ma quanti impresari saprebbero davvero investire in questa battaglia di civiltà? Spesso, poi, il look relazionale degli operatori funerari risulta cinico, quasi fosse mosso da un?inconscia rabbia. Si tratta di un disagio psicologico legato al troppo contatto con la sofferenza. Se non si attuano i necessari strumenti si rischia di rimaner sfracellati da questa enorme pressione mentale, alla morte, in fondo, non ci si abitua mai e nessuno e non esiste certo animo così spietato e refrattario, nemmeno tra il più truce dei necrofori da disinteressarsi del dolore. Quando si è troppo esposti al lutto, magari senza un valido strumento per filtrare ed interpretare certi eccessi emotivi subentra una repulsione incontrollata che diviene, in breve, un atteggiamento aggressivo. L?eccessivo ed arido professionismo conduce alle volte ad una sorda violenza interiore, siccome il ‘becchino’ che non deve chiedere mai è solo una sordida scimiottatura di un modello di non valori assolutamente frivolo e sciocco.

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0 thoughts on “Il valore morale delle onoranze funebri

  1. SE non si conosce la causa di morte così da compilare la Scheda ISTAT (denuncia sulla causa di morte ex Art. 103 Regio Decreto 1265/1934) ai sensi dell’Art. 1 commi 4e 5 DPR 285/1990 è affidata al medico necroscopo che può avvalersi del medico settore il quale è incaricato di svolgere il riscontro diagnostico tramite esame autoptico.
    A livello nazionale per il riconoscimento dell’identità della salma/cadavere si richiama la circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio per la Riforma dell’Amministrazione, prot. n. 778/8/8/1 del 21 ottobre 1968 e le verifiche feretro di cui al paragrafo 9.7 della Circ.Min. 24 giugno 1993 n. 24.

  2. in caso di rinvenimento di cadavere deceduto da oltre 24 ore, di cui non si conoscano le generalità, come svolge la procedura?
    viene messo in cella frigorifera poi gli viene fatta l’autopsia ( se richiesta) e poi il riconoscimento o prima il riconoscimento e poi autopsia?

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