Anche in Svizzera, per svolgere attività funebre, occorrono specifiche autorizzazioni

Per svolgere un funerale integralmente sul suolo svizzero è necessario che l’impresa funebre abbia sede in cantone svizzero e muniti di una specifica autorizzazione in materia. Sembra logico no?. Eppure una impresa funebre italiana è caduta dalle nuvole quando la polizia svizzera l’ha fermata per chiedere di regoarizzare la situazione. La vicenda risale a circa una settimana fa, quando l’impresa funebre italiana Lachi e Menefoglio, è stata chiamata per la gestione di un funerale in Svizzera. Le autorità svizzere hanno contestato la violazione delle norme sanitarie in vigore. Senza sede in Ticino non si può operare.
Quando la salma del defunto, dopo le prime formalità burocratiche effettuate senza alcuna obiezione, è stata condotta nella camera ardente della Casa San Rocco a Morbio Inferiore e, a funerali avvenuti, portata al Tempio Crematorio di Lugano, sono nati i problemi.
Durante il tragitto verso Lugano, sul lungolago, la polizia, allarmata da un’impresa di onoranze locale, ha infatti fermato il carro funebre. Senza però interrompere il funerale. ‘Gli agenti hanno agito con discrezione e nel rispetto del lutto dei familiari del defunto lasciando che il funerale si celebrasse senza interventi – spiega Emiliano Delmenico, vicepresidente dell’Associazione svizzera italiana Impresari onoranze funebri –. I responsabili della ditta sono stati interrogati dopo la conclusione della cerimonia. Le aziende che esercitano in suolo ticinese per legge devono essere situate nel Cantone e essere in possesso di un’autorizzazione dell’Ufficio della sanità. L’impresa in questione dunque non aveva i permessi necessari per lo svolgimento di un funerale’.
Diverso il procedimento se si fosse trattato di espatriare la salma, ma così non è stato.
‘Hanno controllato tutta la nostra documentazione al termine della cerimonia – confermano dalla Lachi e Menefoglio – e ci hanno contestato l’irregolarità. Questo però non era il primo funerale che svolgevamo in Svizzera e nessuno ci aveva mai sollevato questo tipo di problemi. In ogni caso siamo già al lavoro per sanare la nostra situazione’.

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