L’ultima occasione

L’ultima occasione

Le attività funebri e cimiteriali sono un insieme complesso, non riconducibile solamente alla sanità.
Negli anni ci siamo abituati a chiamare il regolamento come di polizia mortuaria, ma con il modificarsi della società i compiti di polizia sanitaria, di polizia commerciale, devono contemperarsi con quelli della regolazione dei mercati, della gestione d’impresa, della tecnologia necessaria per garantire la migliore erogazione dei servizi funebri e cimiteriali.
Ritengo pertanto utile chiarire alcuni aspetti normativi perché tutti lamentiamo ritardi senza però ben capirne le motivazioni e soprattutto senza proporre delle soluzioni praticabili.
Quali competenze restano allo Stato e quali sono delle Regioni e dei Comuni? Quali ancora sono lasciate al mercato, più o meno liberalizzato?
Allo Stato restano pieni poteri nello stato civile e nell’anagrafe, nel coordinamento informativo statistico, nei rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose, nella fissazione delle strutture minime essenziali da garantire per la fornitura di livelli essenziali concernenti i diritti civili e sociali garantiti, nello stabilire le funzioni fondamentali dei Comuni, nel garantire la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, nelle norme di tutela della concorrenza.
Queste, a mio avviso, sono le competenze in base all’attuale normativa.
Negli ultimi anni sta prevalendo nella discussione politica la logica del contrasto a quella del dialogo. E il contrasto non permette di approfondire adeguatamente e preventivamente le questioni.
Già fu un errore procedere a trasferire competenze da Stato a Regioni ed Enti Locali con la L.C. 3/2001, senza valutarne appieno tempi, modalità, percorsi negoziati di cambiamento. Allora prevalse la ragione politica pura. E stiamo pagandone ancora le conseguenze e le pagheremo per anni.
Oggi, non contenti dello sconquasso fatto, c’è chi punta a trasferire materie interamente dallo Stato alle Regioni.
O almeno così crede qualcuno, perché il testo del DDL che ha ricevuto il primo benestare in un ramo del Parlamento, già crea ulteriori problemi interpretativi, restando comunque un pezzetto di competenze ancora allo Stato.
Stiamo andando verso un ulteriore groviglio giuridico che penalizzerà per anni lo Stato.
Se dovesse passare questo ulteriore cambiamento della Costituzione, con l’assegnazione “in via esclusiva” a Regioni di sanità e polizia locale, ritengo che vi sarebbe da rivedere parte della elencazione di competenze appena fatta.
Ma, allo stato attuale delle cose, la Regione deve legiferare in argomento, secondo i principi fissati in ambito nazionale, adottando, se necessario, anche una regolamentazione di dettaglio per le materie di competenza.
Ogni Comune deve avere il regolamento per le attività funebri e cimiteriali.
Una soluzione che ritengo utile per evitare il contenzioso fra competenze in materie che hanno diversi livelli di sovrapponibilità, o ancora una proliferazione di difformità anche tra territori poco diversi fra loro, è quella di giungere ad una legge di principi statale e ad un atto di indirizzo adottato in Conferenza Unificata Stato, Regioni e Autonomie Locali, che alla luce di un quadro legislativo di principi, adotti gli strumenti attuativi in una concertazione tra i diversi livelli di governo.
Il percorso verrebbe facilitato da una iniziativa del Ministro della salute il quale presenti un DDL che al suo interno contenga alcuni degli spunti degli AS 1265 e AC 2664.
Preoccupa, invece, il clima politico incandescente che da tempo si osserva in Parlamento e che non faciliterà certo un atteggiamento sereno nella valutazione di un provvedimento fortemente atteso dal settore funerario italiano.
Se però si perde questa occasione credo che non vi sia altro tempo per inventarsi nuove soluzioni e allora ognuno andrà per la sua strada, individuando nei regolamenti comunali e nelle disposizioni regionali i cardini della riforma settoriale.
Ma così tutto diventerà più lento e difficile da gestire!

Editoriale di Daniele Fogli, pubblicato su I Servizi Funerari 1/2003.

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