[Fun.News 2337] Stato, se ci sei, batti un colpo

Ci si interroga da più parti se sia possibile ridefinire una strategia per i servizi funebri e cimiteriali in Italia . Nel disinteresse delle Associazioni dei consumatori, Governo e Parlamento, nota sola la posizione dell’Antitrust, i soggetti che si agitano da molti anni sono essenzialmente i portatori di interessi economici (i soliti Feniof e Federcofit, la Sefit e FIC e da ultimi l’EFI e una costellazione di produttori). Assente, per ora, l’ANCI, che invece avrebbe interessi cospicui da difendere (da quelli dei cittadini amministrati a quelli propri della demanialità cimiteriale). E poi l’accresciuto ruolo di Conference Services che fa da collante tra interessi vari. Da questo crogiulo sta uscendo però un esperimento interessante: il CNFI (comitato nazionale funerario italiano), che si candida a diventare un vero e proprio soggetto capace di influenzare le scelte in materia funeraria del nostro Paese.

Il primo risultato di questo coagulo è che il ressemblement di queste sigle (o almeno della maggior parte, viste le differenze di Sefit e Fic) sta partorendo uno schema di proposta di legge da presentare ai politici neoletti, appena possibile . Soluzione utile ed interessante quanto a metodo, un pò meno per i contenuti perché il parto è influenzato dal cercare di inserire quante più agevolazioni possibili a favore dei portatori di interessi più influenti. Ciò non toglie che l’operazione sia interessante, sia perché compatta questo settore in tempi di crisi, sia perché fa discutere al suo interno sulle possibili soluzioni per superarla, sia infine perché crea una identità di comparto. E quindi, a conti fatti, è una iniziativa capace di identificare con chiarezza le richieste del mondo imprenditoriale funerario.

La legislatura che sta per arrivare sarà finalmente quella capace di regolare anche il settore funerario italiano? Finora l’esperimento regionale si è rivelato un disastro, soprattutto perché le norme sono state pilotate dall’esterno (i soliti portatori di interessi) e imposte ai livelli regionali. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un fallimento. Questo Paese può permettersi di ripetere un fallimento anche a livello statale, ripetendo lo stesso percorso di imposizione da parte di lobbies organizzate di norme soprattutto a loro vantaggio?

Evidentemente ognuno potrà darsi la risposta che crede. Ma in Francia e Spagna, prima di definire la legge di riferimento, sono state effettuate indagini accurate del mercato, dei rapporti fra i concorrenti, delle influenze sui prezzi di beni e forniture e infine sulle ricadute delle norme che si vorrebbero introdurre (in Francia introdotte, in Spagna giunte a progetto di legge). In altri termini viene riconosciuta ai portatori di interesse il loro ruolo, ma è lo Stato che decide fin dove possano spingersi le loro rivendicazioni e come mediarle con gli interessi comuni e superiori. Stato, se ci sei, batti un colpo!

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