E’ stata presentata meno di due mesi fa, alla Camera, la 22esima relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, Giuliana Perrotta.
Le Regioni dove nel corso degli anni il fenomeno ha assunto maggiore consistenza sono:
la Sicilia (17.648), il Lazio (8.129), la Lombardia (6.293), la Campania (4.867) e la Calabria (4.864) anche se va detto che la statistica relativa alla Sicilia è certamente riconducibile al fenomeno migratorio.
Parlando del solo 2019, invece, le denunce di scomparsa sono state 15.044, pari a 1.250 ogni mese.
Ben 9.846 i ritrovamenti (65,44%), compresi quelli di 227 soggetti privi di vita. Ancora all’appello, dunque, mancano 5.198 persone.
Dal 1974 ad oggi, poi, sono stati censiti 918 casi di cadaveri non identificati, 244 sono del Lazio che è la Regione italiana a detenere questo primato.
Di questi 244, 6 casi riguardano corpi recuperati in mare e 48 in fiumi o laghi.
A seguire ci sono poi la Lombardia con 129 corpi non ancora identificati e la Campania con 80. Alcuni esperti, tenuto conto della emergenza COVID-19, hanno avanzato la proposta che la maggior parte delle salme mantenute nelle celle frigo degli obitori sia sepolta, semmai disponibili per eventuali indagini successive, liberando così prezioso spazio nella fase emergenziale.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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