I numeri del crematorio di Fano

In un incontro con la stampa locale sono stati diffusi alcuni dati sulla attività dell’impianto di cremazione di Fano, nel cimitero dell’ulivo, che serve oltre a Fano e Pesaro, pure le zone circostanti.
E’ il direttore generale di Aspes Antonio Muggittu a ricordare che la società Adria Cremazioni controllata al 50% da Aspes e Aset, società dei Comuni di Pesaro e Fano che gestisce l’impianto che nel 2020 ha cremato 1.852 salme. Con un aumento rilevante sul 2019, quando ne furono cremate 1.387. Ma raggiungendo quasi il doppio dell’anno precedente, il 2018 quando si erano raggiunti i 1119 corpi cremati.
“L’attività del forno crematorio da qualche mese si svolge anche con una seconda linea operativa – sottolinea Antonio Muggittu –. Ciò consente di raggiungere fino a un massimo di sedici operazioni di cremazione al giorno. Mentre la media giornaliera rimane su 10-14 casi al giorno”. “Quest’anno 2021 – aggiunge Luca Pieri, presidente di Aspes spa – abbiamo avuto una punta a febbraio e marzo. Complice una propensione della società alla cremazione che è ormai comune”.

Essendo ormai l’impianto di Fano di carattere ultra regionale, negli ultimi mesi ha dovuto fasi carico delle difficoltà di altri impianti, compreso Domicella di Avellino. Adriacremazioni ha sostenuto le richieste e le esigenze di Umbria e Abruzzo. Dopo aver supportato la chiusura del forno di Rimini e le difficoltà di Ascoli Piceno.
Il crematorio del cimitero dell’Ulivo registra anche 750 casi di cremazione di resti mortali da esumazioni o estrazioni di salme tumulate in passato, secondo i tempi previsti dalla legge.
“Dobbiamo ricordare che noi applichiamo – sottolinea Antonio Muggittu – tariffe ridotte rispetto a 610 euro per salma cremata indicata a carattere nazionale. Al cimitero dell’Ulivo si pagano 590 euro per clienti provenienti al di fuori dalla nostra provincia. Mentre si scende a 560 euro per chi proveniente dai Comuni soci delle nostre aziende”.

L’assemblea dei soci di Adria Cremazioni ha appena approvato un bilancio da record con 1,3 milioni di euro di fatturato e con un utile di 450mila euro. Il tutto con 4 dipendenti e un investimento di partenza di 2,6 milioni di euro.
“Sono numeri che confermano – dice Muggittu – come la scelta del 2015 di attivare l’impianto del Cimitero dell’Ulivo, dove il forno crematorio era rimasto grezzo, era giusta, rispondendo alle esigenze e alle richieste di una società in trasformazione”.
Un esempio di innovazione amministrativa e politica che Pesaro e Fano dovrebbero poter attivare anche in altri importanti realizzazioni.

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