Emissioni

L’articolo 8 della L. 130/01 ha indicato la cornice normativa per la progettazione di impianti cimiteriali, prevedendo la emanazione di uno specifico provvedimento interministeriale in materia, in effetti non ancora intervenuto. Nel nostro Paese, al momento attuale, non esiste una norma unitaria che disciplina l’installazione degli impianti di cremazione e le emissioni da essi derivanti; pertanto ogni Regione o Provincia in base al D.P.R. 203/88 stabilisce dei limiti specifici in relazione alla localizzazione dell’impianto ed alla tecnologia adottata.

 

Il D.P.R. 203/88 introduce il concetto della miglior tecnologia disponibile.

 

In particolare all’articolo 2, sono fissate concettualmente le linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti: “criteri in linea con l’evoluzione tecnica, relativi al settore industriale, utilizzati come base per individuare i valori minimi e massimi di emissioni”.

 

In base all’articolo 4 del D.P.R. 203/88, la tutela dell’inquinamento atmosferico spetta alle Regioni, le quali dovranno fissare i valori massimi delle emissioni consentite sul proprio territorio di competenza avendo cura di non superare il valore massimo previsto a livello nazionale dalle linee guida.

 

Nella progettazione di impianti di cremazione, generalmente, in Italia, si assumono a riferimento i limiti indicati nella tabella seguente, prescritti in taluni recenti impianti in Lombardia, che possono essere considerati quali migliore tecnologia disponibile.

 

Emissione Valor limite
O2 secco % 11
CO-mg/Nm3 100
NOX-mg/Nm3 300
SO2 -mg/Nm3 50
HCl -mg/Nm3 30
Polveri-mg/Nm3 30
Mercurio-mg/Nm3 0.05
COT mg/Nm3 20
PCDD/F-Ng/Nm3 0.1
Metalli pesanti-mg/Nm3 0.05
T min. in camera secondaria ?C 850
Tempo di permanenza in c.p.c. sec. 2
% O2 minimo in camera secondaria 6

3 thoughts on “Emissioni

  1. Buongiorno Giuliano,
    sarebbe possibile avere i riferimenti della tesi di Laurea che lei cita?
    In effetti molti impianti hanno limiti più elevati in autorizzazione, la tendenza, come nel campo dei rifiuti (anche se il paragone no mi piace), è quella verso valori più bassi, il Bref (documento europeo di riferimento epr l’incenerimento dei rifiuti) è del 2019. Sicuramente sarebbe auspicabile una normartiva nazionale per i nuovi impianti e incentivi per la modernizzaizone di quelli esistenti, tenendo cpnto che il volume dei fumi sdviluppati da un inceneritore è enormemente più alto di quello prodottoda un impianto di cremazione. Molto potrebbe essere fatto anche in merito ai materiali che costituiscono e che sono contenuti nei feretri.

  2. i limiti di emissione da impianti di cremazione sono fissati dalla Regione che demenda all’Amministrazione Provinciale dove si andrà ad esercitare l’impianto. attulamente l’autorizzazione alle emissioni è regolamentata dal D.Lgs 152/06 al Titolo V, il quale fissa per i microinquinanti organici (Tab. A2 sostanze cancerogene) un limite alle emissioni di 10000 ng/mc come somma totale di PCDD/F).
    una recente Tesi di Laurea ha evidenziato considerevoli valori in emissione di Diossine e IPA (circa 20 mg/annodi Diossina). Le nuove tecnologie adottate per la depurazione dei fumi emessi in atmosfera, specialmente nei paesi nord europei dove questa pratica a percentuali più alte, sono di sicuro una sicurezza per il rispetto dell’ambiente anche dopo morti.
    il limite di 0,1 ngI-TE/Nmc ( D.Lgs 133 sull’incenerimento dei rifiuti) è raggiungibile mediante l’applicazione delle BAT. ma molti impianti esistenti non hanno limiti autorizzati per queste sostanze emesse in atmosfera. Vista la sempre maggiore richiesta di cremazioni rispetto alla tumulazione o inumazione e la sempre maggiore vicinanza degli impianti ai centri urbani, sarebbe auspicabile che le autorità preposte effettuassero maggiori controlli per determinare le concentrazioni di PCDD/F, IPA, PCB, ECB, Hg… al fine di aggiornare le autorizzazioni esistenti

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