[Fun.News 3583] Emergenza COVID-19: attivato, in collaborazione con la Protezione Civile, portale di coordinamento tra crematori

In data 25 marzo 2020 con circolare SEFIT Utilitalia diramata a tutti i gestori dei crematori, ai Comuni sede di impianti di cremazione, è stata data notizia che, in collaborazione con la protezione civile nazionale, è stato attivato un portale di coordinamento tra i crematori italiani per gestire nel miglior modo possibile la domanda anomala di cremazioni conseguente all’emergenza COVID-19.
La finalità del portale è quella di raccogliere l’eventuale disponibilità di ricezione dei singoli impianti crematori oltre l’ordinaria gestione.
Tutti i gestori sono stati invitati, indipendentemente dall’essere o meno associati, a SEFIT, a:

– a loggarsi al sito riportato qui di seguito: https://www.cup-crematori.it
– a richiedere l’accesso seguendo le istruzioni contenute in un manuale allegato alla circolare SEFIT.
Le istruzioni si trovano anche sul web, cliccando sulla “i” di informazioni nella home page.
Una volta registrati nel portale i singoli crematori potranno mettere a disposizione il quantitativo di feretri che sono disposti a cremare in un certo arco di tempo massimo (allo stato 10 giorni) e alla capienza di deposito.
Sula base della situazione di ricettività degli impianti le articolazioni nazionali, regionali, locali di Protezione Civile o le forze di polizia che saranno messe nella condizione di accedere alla conoscenza di tal disponibilità, contatteranno via mail o telefono il crematorio o i crematori capaci di accogliere le loro richieste e ad una distanza accettabile.
I primi test effettuati hanno consentito di trasferire parte delle cremazioni che gravitavano su crematori saturi nell’hinterland lombardo a zone con meno richieste, riducendo notevolmente i tempi di attesa.
E’ bene chiarire che ogni crematorio continuerà a garantire il servizio al proprio bacino o ambito di riferimento. Le cremazioni che volontariamente si propone di effettuare servono a disingolfare la situazione di emergenza di taluni territori, dove la potenzialità dei forni esistenti è nettamente insufficiente rispetto alla domanda connessa alla alta mortalità connessa con la fase emergenziale epidemica.

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