[Fun.News 3393] SEFITDIECI: La cremazione italiana a macchia di leopardo. 79% a Bolzano e sotto il 5% in Sicilia

Nel corso di SEFIT10, sono stati diffusi dagli intervenuti dati di estremo interesse sulla velocità di ricorso alla cremazione in diversi luoghi d’Italia. Dal Nord dove le percentuali sono sempre più elevate (Bolzano al 79%, Milano al 70%, Trento senza crematorio, ma con navetta comunale che porta i defunti a Mantova. al 60% e sta per realizzare l’impianto) al Centro con Roma che è ha già superato il 30% e il Sud che arranca, per mancanza di impianti.
Gli effetti sono impressionanti, dice l’ing. Fogli di Sefit:
"Per l’urbanistica cimiteriale del Nord, che vede sempre più vuoti cimiteriali: dai campi comuni, ai loculi che non si assegnano più e diventano sovrabbondanti; mentre al Sud si ha l’esatto opposto per carenza di manufatti costruiti, mentre il campo comune è visto come la sepoltura di povertà e non vi si ricorre."
"Una sempre maggiore privatizzazione del rapporto col defunto e un abbandono del cimitero come luogo da visitare per ricordare i propri cari. Restano le visite delle persone anziane, mentre i giovani non entrano quasi più in cimitero."
"Le ceneri talvolta si disperdono, e più spesso vengono affidate a familiare, che poi sembra non gradire più la serialità dei colombari tradizionali cimiteriali e quindi si impone una profonda riflessione e cambiamento di modalità progettuale e di servizi da dare nei cimiteri se si vuole invertire questa tendenza e si vuole mantenere il ruolo del cimitero come memoria storica di una collettività, come lo è stato per centinaia, se non migliaia di anni."
Il gap tra la dotazione di impianti di cremazione del Nord e quelli del Centro e soprattutto del Sud Italia, deve essere colmato e rapidamente.
Sempre secondo Fogli "occorrono ingenti investimenti e parte di questi possono essere fatti proprio dai gestori attuali del Nord e Centro che hanno esperienza e modalità di gestione certificate, esportabili rapidamente in altre parti del Paese. Stiamo parlando dei gestori che adotteranno il Protocollo operativo dei crematori sostenuto da SEFIT e FIC, garanzia di trasparenza e tracciabilità sia per i cittadini che le imprese funebri che ad essi si rivolgeranno."
Prosegue Fogli "basterebbe che ogni impianto del Centro Nord si gemellasse con una città del Sud, per trasferire competenze e capitali in modo rapido. Certo, occorre pure che la si smetta di fare disinformazione sulle emissioni in atmosfera dei crematori, e lo studio fatto assieme ad ISPRA da SEFIT, ha dimostrato l’inesistenza di concreti pericoli."
"Occorre una nuova legge sulla cremazione", ha concluso Fogli, che risolva il caotico proliferare di leggi e regolamenti regionali e che prenda atto della maturità raggiunta dalla cremazione nel nostro Paese.
Parallelamente si dovranno valutare gli effetti sul sistema cimiteriale, da ridisegnare legislativamente quanto a modalità gestionali e operative, come pure una legge, distinta, per l’attività funebre, che ne certifichi il ruolo e definisca gli spazi e modalità di effettuazione. Una legge che sia più di principi che di dettaglio e che si basi su standards tecnici europei e italiani."
    

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