La scrivente Federazione da diversi anni effettua una raccolta sistematica di dati statistici sullo sviluppo della cremazione in Italia, in rapporto alla mortalità registrata dall'ISTAT, che sono di riferimento per Enti nazionali e internazionali, nonché per studiosi del settore.
La fotografia della situazione italiana delle pratiche funebri, scaturita dalle stime effettuate, viene rappresentata negli allegati alla presente circolare:
Allegato 1 - Dati di mortalità ISTAT. Scelte della popolazione in materia di sepoltura e andamento della cremazione in Italia (stime Utilitalia SEFIT)Si chiede gentilmente di segnalarci eventuali modifiche o integrazioni alle informazioni presenti nella documentazione allegata (aggiornata con i Moduli di Rilevamento pervenuti al 31/7/2025), in modo da costituire una banca dati aggiornata a disposizione di tutti gli interessati.
In particolare, si specifica che il rilevamento è basato sui dati trasmessi da 81 crematori su 91 esistenti (attivi e non) nel 2024; per i crematori inattivi per l'intero anno si è convenzionalmente indicata una cremazione di cadavere, mentre si sono stimati i dati per quei crematori che non hanno partecipato al rilevamento (si veda elenco in Allegato 2).
Di seguito si riporta una breve illustrazione dei fenomeni rilevabili da tali dati statistici.
Mortalità
L'anno 2024 è caratterizzato da un'ulteriore riduzione di mortalità rispetto ai tre anni influenzati dalla pandemia (2020, 2021, 2022) e anche al 2023, con un avvicinamento ai valori di decessi del trend medio annuo pre-pandemico (media 2015-2019 = 635.889, dato recentemente revisionato da ISTAT), visto che si sono registrati a consuntivo 650.587 decessi in base ai dati provvisori ISTAT, aggiornati alla data di elaborazione della presente circolare.
L'andamento di mortalità è rilevabile in dettaglio dall'analisi che si è condotta per singola provincia, rapportando la mortalità del 2024 a quella del periodo pre-pandemico (media 2015-2019).
Con gradazioni tendenti al rosso sono indicati i valori di mortalità che si discostano con un incremento sempre maggiore rispetto allo storico pre-pandemico; al contrario con gradazioni tendenti al verde sono indicate quelle che sempre meno si discostano.
In Allegato 1 si potrà quindi esaminare:
a) l'andamento storico di mortalità residente per gli anni 2020, 2021, 2022, 2023, 2024 distinto per regione, in base a dati ISTAT noti al momento della redazione della presente circolare;
b) l'andamento di mortalità nelle varie province, rapportata ai valori medi pre-pandemici;
c) la mortalità totale italiana del 2024 rapportata allo sviluppo totale delle cremazioni di cadaveri e alla sua incidenza percentuale rispetto alla popolazione media, nonché la stima delle scelte di sepoltura alternative;
Diversamente dalle precedenti circolari, quest'anno si è preferito non riportare le stime previsionali ISTAT per il decennio futuro in quanto, sulla base dei criteri attualmente assunti, non si ritengono adeguate a rappresentare il fenomeno di evoluzione della mortalità a breve-medio termine.
Crematori e cremazioni
Nel 2024 risultano autorizzati e operanti in Italia n. 91 impianti di cremazione - gli stessi del 2023 - nei quali si sono effettuate 253.355 cremazioni di cadaveri, a cui vanno sommate 45.259 cremazioni di resti mortali: quindi nel 2024 le cremazioni totali effettuate nei crematori italiani sono pari a 298.614.
Con riferimento al 2023 si segnala un nuovo totale di cremazioni, a seguito della rettifica di valori operata per i crematori di Albosaggia (si veda circ. SEFIT prot. n. 254 del 5/05/2025) e di Livorno e Perugia: sono 253.273 le cremazioni di cadaveri effettuate e 44.989 quelle di resti mortali, per un totale di 298.262.
La cremazione di resti mortali è variata lievemente rispetto al 2023 (+352) e, per l'anno 2024, incide per il 15,2% sul totale delle cremazioni effettuate.
Di seguito si farà riferimento, salvo diversa specificazione, alle sole cremazioni di cadaveri.
Le cremazioni di cadaveri effettuate in Italia nel corso del 2024 sono rimaste pressoché immutate numericamente, essendo aumentate dello 0,03% rispetto all'anno precedente (+82).
In presenza del calo di mortalità nel 2024 rispetto al 2023 (-3,05% pari a -20.478 morti annui), la cremazione è però aumentata percentualmente come scelta delle famiglie e senza crescita di nuovi impianti, segno del consolidarsi di scelte della popolazione nei confronti di questa pratica funebre, a scapito soprattutto della tumulazione.
Difatti l'incidenza della cremazione sul totale dei decessi passa dal 37,74% del 2023 (ricalcolato sia per effetto della revisione dei decessi operata da ISTAT sia per l'aggiornamento delle cremazioni relative ai crematori di Albosaggia, Livorno e Perugia) al 38,94% del 2024. Si è sempre più vicini all'anno nel quale si registrerà il sorpasso della scelta della cremazione rispetto a quella della tumulazione, che potrebbe già avvenire nel 2025.
Si conferma che le regioni dove la numerosità di cremazioni è più accentuata sono quelle meglio dotate di impianti (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana).
Si segnala poi la buona performance dei crematori di Campania e Calabria, per effetto del traboccamento soprattutto da Lazio, Sicilia, Puglia e Basilicata.
Ma è in Sicilia che si avverte un forte incremento di cremazioni per effetto della messa in funzione di due recenti impianti e della ripresa, seppur parziale, del servizio a Palermo.
Si segnala che le cremazioni di alcune regioni sono numericamente influenzate da apporti di domanda inevasa proveniente da altri territori, attualmente sottodotati di impianti (come sono infatti soprattutto le regioni Puglia, Lazio e Sicilia), o privi di impianti (Abruzzo, Basilicata, Molise), o ancora per problematiche impiantistiche agli esistenti (Umbria, Val d'Aosta).
Si rimanda per maggiori dettagli alla relazione illustrativa dell'Allegato 1.
I dati ISTAT noti al momento della stesura della circolare, concernenti la popolazione residente media nel 2024, anno in cui si sono registrati 650.587 decessi, permettono di calcolare il tasso grezzo di mortalità riferito alla popolazione residente dell'11,04 per mille. Quindi l'incidenza della cremazione registrata e stimata sul totale delle sepolture, per l'anno 2024, è del 38,94%, con un incremento in termini percentuali del +1,20% rispetto al dato 2023 ricalcolato (37,74%).
Nel 2024, così come negli anni precedenti, le città in cui viene effettuato il maggior numero assoluto di cremazioni sono generalmente le città metropolitane.
Si evidenziano i seguenti aspetti, taluni anche nuovi:
- la sospensione di numerose pratiche per la realizzazione di impianti nel Centro e Sud Italia, dove vi è la maggiore necessità di servizio, in buona parte bloccate dal rifiuto, spesso immotivato, delle popolazioni interessate dalle nuove localizzazioni (fenomeno cosiddetto NIMBY, Not In My Back Yard). Ciò determina un blocco, o nel migliore dei casi, un rallentamento nell'installazione di nuovi impianti proprio dove maggiormente servono. In altri casi, sono intervenute normative o indirizzi regionali che hanno temporaneamente bloccato la realizzazione di nuovi impianti o creato barriere legislative particolarmente pesanti all'ingresso di nuovi soggetti;
- vista la difficoltà di realizzare nuovi impianti, il sistema crematorio italiano si sta rafforzando dove è già insediato, con aumento - ove necessario - del numero di linee operative, ottenendo:
a) capacità operativa aumentata;
b) accrescimento delle garanzie di continuità del servizio in casi di fermo di un forno (quando vi siano almeno due forni indipendenti in funzione);
- una leggera sovra-dotazione di impianti in talune zone e la palese sotto-dotazione in altre;
- l'incomprensibilità, a livello sia pianificatorio che di sostenibilità economica, della recente variazione di legislazione regionale piemontese (art. 101 L.R. n. 9 del 8/7/2025 che ha modificato l'art. 14 della L.R. n. 15/2011 di disciplina dei servizi funerari; si veda circ. SEFIT prot. n. 2573 del 18/07/2025) che, in acclarata sovra-dotazione impiantistica, ha scardinato i precedenti criteri pianificatori per permettere nuove installazioni. Ciò ha indotto Utilitalia-SEFIT a richiedere chiarimenti applicativi in tempi brevi per evitare effetti sulla sostenibilità economica degli impianti già in funzione e sui comuni concessionari del servizio;
- la presenza di alcuni operatori che, avendo la gestione di più crematori, possono contare su una loro rete di impianti per la fornitura del servizio;
- l'attivazione di service per trasporto feretri, cioè operatori specializzati nel trasferimento, principalmente se non esclusivamente, di feretri e/o contenitori di resti mortali da certi territori in altri dove si possono ottenere tempi di effettuazione del servizio più contenuti e talvolta sconti tariffari o variazione di qualità del servizio; si tratta di una tendenza che purtroppo incide significativamente anche sulle nostre statistiche, poiché il rilevamento statistico Utilitalia-SEFIT è basato sui luoghi di effettuazione della cremazione e non sui luoghi di provenienza dei defunti;
- la nuova organizzazione gestionale degli impianti e il numero maggiore di forni in servizio ha permesso sia di garantire adeguati standard di cremazione di cadaveri al decesso, sia di permettere la cremazione di importanti quantità di resti mortali (fenomeno decisamente italiano, principalmente per la nota incongruenza del sistema di tumulazione stagno); si pensi che la cremazione di resti mortali nel 2019 era stimata in 38.000 unità, mentre nel 2024 si è ormai su valori di 45.259, con una tendenza all'aumento per almeno i prossimi due decenni;
- la cremazione non solo è ormai la pratica funebre maggioritaria e normalmente scelta in ampie zone d'Italia, ma sta crescendo sempre più nel Centro e nel Sud a causa di carenze di posti-feretro e per economicità del costo complessivo di un funerale;
- la sempre maggiore attenzione a soluzioni per ottenere risparmi energetici degli impianti e un aumento delle capacità di auto-produzione di energia elettrica (fotovoltaica o per cascami energetici del crematorio), nonché a contribuire alla decarbonizzazione, in base alle norme ambientali recentemente modificate;
- la necessità, talvolta stimolata da indicazioni di norma regionale, di garantire standard minimi di deposito sia per feretri che per resti mortali, con soluzioni refrigerate.
In conclusione, nel 2024 si sono registrate o stimate in Italia 298.614 cremazioni (tra cadaveri e resti mortali), svolte in 91 impianti, dotati di un numero stimato di linee (forni) pari a 163.
La media di cremazioni per impianto (autorizzato) nel 2024 è la seguente:
- Cremazione di cadaveri = 2.784 (2.783, ricalcolato nel 2023);
- Cremazione di resti mortali = 497 (494, ricalcolato nel 2023);
- Cremazioni totali = 3.281 (3.278, ricalcolato nel 2023).
Laddove pervenissero, da parte dei gestori di crematori per i quali si sono stimate le cremazioni, i dati effettivamente registrati per l'anno 2024 (e precedenti, se del caso), si provvederà a diffondere le relative rettifiche.
La presente circolare ed il testo degli allegati in essa citati sono presenti, per gli associati, sul sito della Federazione www.sefit.org (selezionando il menu Circolari).
Con riserva di altri chiarimenti o comunicazioni si inviano distinti saluti.
Responsabile SEFIT