Deformazione dello zinco nei feretri da tumulazione ex Art. 30 DPR 285/1990

Riporto alcuni passi di un’interessante discussione apparsa sulle pagine on line del sito www.nntp.it/scienza-medicina.

Durante un’estumulazione di un feretro il il nastro metallico del coperchio si presentava fortemente schiacciato verso l’interno senza, però, comprometterne la tenuta stagna? Perchè?

Il problema, anche se meramente speculativo, in quanto non ha comportato difficoltà di sorta nella traslazione, si presenta di non facile soluzione, ci sono, però,1-069 jpg jpg alcune possibili risposte.

Il tutto e’ logicamente spiegabile sulla base di un semplice processo fisico:la decomposizione libera calore e gas, infatti per evitare l’eplosione delle bare (il cosidetto scoppio del feretro) e’ presente una valvola di sfiato.

Immaginiamo adesso che terminata la decomposizione ci troviamo incondizioni seguenti: temperatura interna leggermente piu’ alta di quella esterna, valvola chiusa, se la valvola si blocca (e di solito lo fa, se non sbaglio dovrebbe essere di non ritorno) al raffreddarsi del volume interno la pressione del gas si abbassa, la pressione atmosferica preme sullo zinco e lo deforma facilmente. Ecco perche’ le controcasse di zinco quasi sempre presentano notevoli flessioni e ripiegamenti.

Ovviamente la valvola depuratrice a norma con l’Art. 77 comma 3 DPR 285/1990 sfiata verso l’esterno e la temperatura dentro bara è cresciuta per i processi esotermici di decomposizione e fermentazione, non per l’aumento di pressione. Oltre alla temperatura c’è, poi, da tener presente le oscillazioni di pressione per motivi meterologici.

A questo punto bisogna considerare la forza esercitata sulla superficie della cassa.

Una bara, lunga una paio di metri larga 0.8 e alta mezzo, avrà una superficie totale (= estenzione della lamiera di zinco) di circa 6 metri quadrati [2x(2×0.8)+(0.8×0.5)+(2×0.5)] cioé 6.000 cm^2 Con una banale variazione di pressione di 0.1 kg/cm^2 si ottengono 600 kg applicati uniformemente all’esterno della superficie. A causa della forma probabilmente ne bastano anche meno, anche se bisogna ricordare come la cassa di zinco quasi sempre sia contenuta dalla bara lignea le cui pareti offrono una notevole protezione.

La cassa, per come è strutturata, pare resistente a carichi applicati dall’interno verso l’esterno, molto meno per l’opposto.

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Carlo Ballotta

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9 thoughts on “Deformazione dello zinco nei feretri da tumulazione ex Art. 30 DPR 285/1990

  1. X Maria,

    la chiusura di un tumulo è possibile anche con lastra in cemento armato vibrato (in genere di 3-4 cm. di spessore).

    Una volta era obbligatorio il solo tamponamento con muratura a 1 testa non in foglio (cioè larghezza circa 12-13 cm. di mattoni), intonacata.

    Poi la norma è cambiata e ora il DPR 285/90 art. 76 comma 9, prevede che

    8. La chiusura del tumulo deve essere realizzata con muratura di mattoni pieni a una testa, intonacata nella parte esterna.

    9. È consentita, altresì la chiusura con elemento in pietra naturale o con lastra di cemento armato vibrato o altro materiale avente le stesse caratteristiche di stabilità, di spessori atti ad assicurare la dovuta resistenza meccanica e sigillati in modo da rendere la chiusura stessa a tenuta ermetica.

    Quindi ora è sufficiente un materiale resistente, ecc.

    Recentemente si sono diffusi materiali compositi, di spessore limitato (circa 1 cm.), più leggeri della lastra in cav e che sono molto più semplici da posare. Questi sono da preferire per la rapidità di applicazione e soprattutto perché lavorando in altezza creano meno problemi ai fini della normativa sulla sicurezza.

    Se ne vede un esempio qui: http://www.argema.net/Prodotti/Lastre/lastre.html

    Anche i materiali di sigillatura sono cambiati.

    Pertanto:

    lo spessore è in relazione al materiale usato, deve essere sufficientemente resistente (deve garantire dalla profanazione e quindi se si dà un pugno o si fa forza occorre che resista), deve Ciò significa perfetta tenuta sia dei miasmi sia dei liquami provenienti da sempre possibili e perniciose rotture del feretro.

    Nel caso del loculo areato è permesso il foro per la areazione, purché vi sia un filtro tra interno ed esterno.

    Il tamponamento di plastica sottile (stile cimitero Do Sol a Madrid,per intenderci) in Italia non è consentito.

  2. SALVE. CHE CARATTERISTICHE DI RESISTENZA ED IMPERMEABILITA’ DEVE POSSEDERE LA LASTRA DI CHIUSURA IN CLS DI UN LOCULO? CI SONO DEI VALORI DI RIFERIMENTO? SE NON CI SONO CHE DIMENSIONAMENTO ANDREBBE EFFETTUATO? SECONDO QUALI NORMATIVE CONSIDERANDO CHE QUELLA NAZIONALE E’ TROPPO GENERICA? GRAZIE

  3. Il Regolamento Nazionale di Polizia Morturia approvato con DPR 10 settembre 1990 n. 285 stabilisce:
    a) le caratteristiche dei loculi (art. 76 commi 6, 7, 8 e 9);
    b) l’onere per la conservazione dei manufatti (art. 63/1);
    c) le caratteristiche dei feretri all’atto della tumulazione (art. 77); d) il tipo di sistemazione del feretro (perfetta tenuta) quando si provvede ad un suo trasferimento in altra sede (art. 88).

    Secondo la legge la circostanza della mancata tenuta del loculo non è contemplata, quando invece è notorio il cosiddetto “scoppio di bara”, in quale avviene in periodi estivi caratterizzati da alte temperature o forti escursioni termiche, con possibili fuoriuscite di miasmi e/o liquidi. Il DPR 285/90 richiede infatti che l’impermeabilità ai liquidi ed ai gas sia perfetta e debba essere mantenuta negli anni, per tutto il periodo della concessione (almeno 20 anni).

    Sono troppe le variabili in gioco che incidono sulla possibile rottura dello zinco per poter individuare una causa precisa e dirimente:
    ad esempio. l’esposizione del loculo e l’alternanza di caldo e freddo, la temperatura esterna massima, i medicinali con cui è stato trattato il defunto, la tipologia della morte (ad es. gli annegati hanno una produzione copiosa di liquidi cadaverici), la non corrispondenza dello spessore minimo (stabilito dala legge) della cassa d zinco, un confezionamento della bara non corretto ( a vite o il chiodo con cui si monta un piedino della bara può essere tropo lungo e “passare” lo spessore del legno, la tipologia del legno (ad es. i castagno ha una forte componente di tannini che favoriscono la consumazione dello zinco), il tempo intercorso (lo zinco passiva naturalmente, la corrosione elettrolitica dello zinco per effetto della “pila” che si crea tra armatura in ferro del loculo e lo zinco stesso, in presenza di ambienti umidi, anche per effetto della stessa naturale acidità dei liquami cadaverici. ecc.
    Si aggiunge che una rottura dello zinco può essere stata determinata da una saldatura del coperchio non corretta, o ancora per un errato accatastamento in magazzino.
    Di tute queste cose è ben consapevole il legislatore che all’art. 76 del DPR 285/90 ha previsto:
    “I piani di appoggio dei feretri devono essere inclinati verso l’interno in modo da evitare l’eventuale fuoriuscita di liquido”.

    Nella fattispecie in esame occorre la ricostituzione della impermeabilità del feretro con rifascio dello stesso attraverso il suo inserimento in un cassone di zinco esterno, così da bypassare il cattivo funzionamento della valvola depuratrice.

  4. buonasera. ho un amico che è morto 4 mesi fa. e da qualche settimana si sentiva una puzza. mi hanno spiegato che la valvola non era stata collocata bene. ma continua ancora a sentirsi e sempre di più. cosa piu essere?

  5. La valvola depuratrice ha una doppia funzione: far defluire all’esterno i gas putrefattivi in sovrappressione, al fine di evitare lo scoppio del feretro e “lavare” i miasmi cadaverici, attraverso appositi filtri, prima del loro rilascio entro e fuori il tumulo.
    La situazione che Lei ci segnala è del tutto patologica: la fattispecie in esame è già stata trattata su questo sito.

    Per ottenere una risposta al Suo quesito può consultare questo link:

    https://www.funerali.org/?page_id=2195

    con particolare attenzione all’articolo contrassegnato con il numero 22 e pubblicato dalla stessa Redazione il giorno 21 novembre 2009.

  6. Buonasera,
    abito a Troina in provincia di Enna e in provincia esistono delle Confraternite, scopo finale il seppellimento dei Confrati presso Cappelle Cimiteriali di nostra proprietà.
    Essendo da tre anni l’amministratore della Confraternita mi trovo in una situazione imbarazzante, una bara è scoppiata con furiuscita di liquido e la spiegazione dele fornitore della Bara mi ha detto che la valvola di sfiato si è bloccata ed e successo il guaio, il tutto a causa dell’alta temperatura all’interno del loculario che raggiuge facilmente i 40 gradi.
    Vorrei sapere e come dice il fornitore di bare?, e poi la valvola appena sfiata per far fuoriuscire i gas, i cattivi odori da cosa debbono essere trattenuti?
    Grazie per la vostra disponibilità.

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