A schifio se finisce!

A schifio se finisce!

Non si è ancora spento l’eco dei fattacci degli operatori cimiteriali di Genova, cui è dedicato un articolo in questo numero della rivista, che si ripresenta (e ormai è una sorta di tormentone) la denuncia dell’associazione “SOS racket usura” sulle connivenze nel milanese tra personale delle camere mortuarie e impresari funebri.
Un paio di video passati anche sui TG nazionali, cui hanno fatto seguito decine e decine di segnalazioni pervenute a quella associazione, provenienti da molti comuni della Lombardia, ma anche dal Lazio e da altre regioni.
I lettori di queste colonne penseranno: cose risapute; cose trite e ritrite. Ma perché parlarne ancora?! … Insomma, questa faccenda del racket del caro estinto, delle mazzette negli ospedali e ora pure nei cimiteri, non interessa.
È proprio questo il punto: è bene che a qualcuno interessi, altrimenti “a schifio se finisce”.
Scrivevo qualche mese or sono sul blog di www.funerali.org un post dal titolo “È ancora possibile indignarsi?” e denunciavo le intimidazioni alle imprese funebri sane, il fatto che in 4-5 regioni italiane le infiltrazioni malavitose nel settore delle pompe funebri siano ormai note a tutti e in particolare alla DIA (che non è la denuncia di inizio attività, ma la Direzione Investigativa Antimafia). E ricordavo quante fossero le imprese funebri sequestrate come beni ai mafiosi.
Attenzione!
Le denunce ormai sono diffuse in tutto il Paese: da Milano a Genova, per passare da Trieste e Torino, ma non dimentichiamoci anche di taluni fatti capitati in Toscana e in Emilia Romagna. È quindi l’intero Paese che ne è interessato, in particolare nelle aree a maggiore tensione abitativa.
Anche se passato quasi in silenzio sui mass media, sempre di questi giorni, a Genova, la direttrice della locale municipalizzata (Dott.ssa Bianca Tiozzo) ha presentato un esposto-denuncia ai Carabinieri. Nel dossier, di circa un centinaio di pagine, la Tiozzo illustra, dati alla mano, i suoi sospetti sulla ripartizione del mercato funebre genovese, partendo dall’analisi di dati statistici del triennio 2007-2009.

Come par possibile, denuncia la Tiozzo, che se lasciati liberi di scegliere i genovesi, nel 42% dei casi scelgono la municipalizzata per fare i funerali, mentre in diverse strutture sanitarie e case di riposo la percentuale pubblica quasi si azzera e la presenza del più importante contendente privato genovese sale alle stelle?
E sapete qual’è stata la infastidita reazione dell’Amministrazione comunale genovese per tutelare gli interessi della popolazione, ma anche i propri (la municipalizzata è al 100% di proprietà comunale)?
– un accordo per la trasparenza nelle camere mortuarie con la introduzione di un sistema di accreditamento delle imprese funebri “che valorizzi e premi la loro responsabilità”. Non sono noti i sistemi di controllo e le sanzioni …
– la non riconferma della Tiozzo alla direzione della più importante impresa funebre pubblica d’Italia.
Beh, la Tiozzo non è proprio una simpaticona, anzi possiamo definirla come una direttrice del settore funebre piuttosto coriacea, ma che il messaggio che passa sia quello che ce la siamo finalmente tolta dai piedi, proprio non ci sta. Forse aveva pestato i piedi di qualcuno a cui non si potevano pestare.
Non vorremmo che il Comune di Genova, che vanta una esperienza secolare nel trasporto funebre pubblico (la municipalizzata, anche se sotto la forma della gestione in economia diretta nacque ai primi del Novecento), stia già pregustando lo scenario di vendita dell’impresa funebre al miglior offerente e campo aperto agli attuali impresari funebri.
Cose di ordinaria follia, se non fosse che quel che viene e verrà venduto e svenduto sia nel settore funebre, che in quello cimiteriale, anche a seguito della approvazione del famigerato articolo 23-bis, sono pezzi di economia sociale, frutto del sacrificio e del lavoro di intere generazioni di italiani.
E tutto ciò potrebbe avvenire non solo a Genova, ma in gran parte dei Comuni italiani, alle prese con tagli feroci dei trasferimenti statali, che determineranno scelte di abbandono di presidi di moralizzazione e calmiere, che procureranno guasti difficilmente sanabili.
cimiteriale.

Editoriale di Daniele Fogli, pubblicato su I Servizi Funerari 4/2010.

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Daniele Fogli

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