[Fun.News 3256] Nuove norme in Veneto per i crematori

Sul Bur Veneto n. 118 del 7 dicembre 2017 è stata pubblicata la L.R. n. 40 del 6 dicembre 2017 Modifica ed integrazione alla legge regionale 30 dicembre 2016, n. 30 "Collegato alla legge di stabilità 2017".
Si tratta di una modifica legislativa di chiarimento del blocco indiscriminato per nuove autorizzazioni per crematori in Veneto. Il testo della norma è il seguente:
Art. 1 Modifica e integrazione all’articolo 72 della legge regionale 30 dicembre 2016, n. 30 “Collegato alla legge di stabilità 2017”.
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 72 della legge regionale 30 dicembre 2016, n. 30, è aggiunto il seguente comma:
“1 bis. La disposizione di cui al comma 1 non si applica:
a) agli interventi di adeguamento alle prescrizioni per il mantenimento in esercizio di impianti già autorizzati;
b) agli interventi di nuova costruzione o di ampliamento di impianti per i quali sia già stato adottato il provvedimento di aggiudicazione definitiva.”.
Art. 2 Clausola di neutralità finanziaria.
1. All’attuazione della presente legge si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione.

Il testo è il risultato di un lungo braccio di ferro tra coloro che volevano riaprire indiscriminatamente alla realizzazione di crematori, principalmente in project financing, e coloro che si opponevano alla mancanza di programmazione degli stessi.
Hanno avuto la meglio i secondi.
Ora però è necessario far uscire in tempi rapidi la programmazione regionale, altrimenti la situazione diventerà poco gestibile, in quanto l’attuale numero di impianti in funzione rischia di essere troppo scarso rispetto alle necessità.
E la situazione può precipitare quando per un fermo impianto si blocca la operatività di qualche grosso crematorio, come avvenuto nel secondo semestre 2017.
Una norma di sano realismo vedrebbe intanto la priorità al raggiungimento di almeno due linee di cremazione in ogni impianto, separate, in maniera che eventuali problemi tecnici su una linea non fermino l’intero impianto, quando in diverse città venete la cremazione è prossima o addirittura superiore come incidenza al 50%.
E poi una localizzazione di impianti frutto di un bilanciato compromesso tra esigenze ambientali, distanza delle popolazioni
interessate dai crematori e sostenibilità economica degli impianti.

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