Accordo tra Fano e Pesaro per il crematorio di ambito: sarà nel cimitero dell'Ulivo di Fenile

Con un accordo tra Pesaro e Fano, il cimitero dell’Ulivo di Fenile ospiterà il primo impianto di cremazione in grado di servire il bacino provinciale (ma si guarda anche ad estendere l’utenza fuori dai confini).
Lo hanno annunciato i due sindaci Matteo Ricci e Massimo Seri, il presidente di Aspes Luca Pieri e il presidente di Aset Sussana Testa, all’interno del cantiere che ha già avviato i primi interventi propedeutici per la struttura.
Il cronoprogramma prevede, entro il mese settembre 2015, il bando di gara e l’affidamento dei lavori; entro il 2016, il collaudo e la piena operatività dell’impianto.
Nota Matteo Ricci: «E’ un progetto che segna il livello di civiltà di una comunità. Lo definisco un segnale di modernizzazione della società: va incontro alla libera scelta delle persone sulle modalità della loro sepoltura. La richiesta della cremazione è in forte aumento ma oggi molti familiari, nel nostro territorio, non riuscivano a realizzare il desiderio dei loro cari. Considerate le difficoltà ed i disagi, spesso rinunciavano: con questo impianto ci sarà un’opportunità in più, all’interno del cimitero più funzionale della provincia, a metà strada tra Pesaro e Fano. Due Comuni che non hanno mai lavorato bene insieme come ora, grazie a un approccio che evita i campanilismi». L’investimento totale sarà di 2 milioni e 387mila euro, «ma il progetto si autofinanzierà con il lavoro prodotto nella struttura – osserva Pieri -.
In questi anni, l’approccio verso i servizi cimiteriali si è modificato: sono diminuite le sepolture classiche; sono aumentate, di contro, le sepolture nei campi di inumazione e le cremazioni. Oggi gli impianti più vicini sono a Cesena e a San Benedetto del Tronto: con il nostro progetto serviremo un bacino che supera i tre milioni di abitanti in una isocrona di due ore».
Sui numeri: «Solo a Pesaro e Fano – prosegue il presidente Aspes – nel 2014, ci sono stati 1700 decessi: di questi, 265 defunti sono stati cremati in impianti fuori regioni. Dal 2007 ad oggi la cremazione è passata dal 5,1 per cento al 10,5 per cento nel territorio: un trend in crescita.
La gestione in pareggio? Si raggiungerà intorno ai 1500 servizi di cremazione: il bacino di utenza garantisce questo livello. Il luogo ospiterà anche una sala di commiato e depositi cinerari. Con Aset e Fano lavoreremo in sinergia su altri progetti».
Per realizzare l’impianto, Aset e Aset hanno costituito una società srl ad hoc, Adriacom cremazioni, «che ha ottenuto proprio nei giorni scorsi il finanziamento bancario – osserva Testa -.
Un ottimo risultato: conferma la validità del progetto e la solidità delle due società.

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