Rivoluzione verde per i cimiteri italiani?

L’idea dei funerali verdi consiste nel creare un contesto ambientale di sepolture ecologiche. Proviene da lontano il rito della sepoltura “verde”; dalla storia antica dell’uomo, e sopravvive in paesi come la Norvegia, la Svezia, l’Australia. Adesso tale pratica funeraria e' ritornata al centro dell’attenzione in alcuni paesi piu' vicini ai nostri ritmi di vita, In Inghilterra, per esempio, o in America. Si tratta, in ogni caso, di paesi dalla radicata e solida cultura anglosassone, dove il rapporto tra le citta' dei vivi e le aree sepolcrali e' piu' tranquillo e sereno. In queste culture esiste persino una spia linguistica molto importante che testimonia la diversa filosofia attorno alla percezione della morte e del morire: in inglese al termine angosciante “cemetery” (cimitero) si preferisce la parola piu' lieve “park”, ossia parco. Differente, infatti, e' il modo di vivere gli spazi occupati dalle tombe: le famiglie inglesi o americane, ad esempio, consumano i pick-nic all'intero dei recinti cimiteriali, o passeggiano e meditano in questi ampi parchi verdeggianti, dalle ombrose piante d'alto fusto, senza esser vittime di insane parafilie a sfondo necrofiliaco. Come puo' vedere da alcune foto tra gli alberi spesso c'e' una costruzione in legno. Questa funeral home ecologica serve ad ospitare i dolenti durante il rito dell’inumazione. All'interno, spesso, e' stata creata una sala per la cerimonia, mentre sono presenti tutti i servizi di un moderno cimitero come i bagni ed una cucina molto frugale, dove chi vuole puo' prepararsi un the oppure offrire un ristoro ad amici e parenti. Il fenomeno delle sepolture verdi, quindi, si e' potuto sviluppare in Gran Bretagna e Negli Stati Uniti perche' nella mentalita' anglosassone esiste gia' un sostrato culturale, un idem sentire verso lo spinoso problema della difficile convivenza tra la terra dei vivi e le lande dei defunti. I cimiteri di nuova concezione, si basano su due caratteristiche fondamentali: · Sepoltura perpetua
· Alberi piantati in corrispondenza del corpo del defunto invece dei soliti ed obsoleti monumenti marmorei. E’ la lingua, ancora una volta a rimarcare, con le sue evoluzioni, un epocale cambiamento nei costumi e nelle tradizioni funerarie: i cimiteri basati sulle sepolture verdi sono definiti boschi sacri, proprio perche' consacrati al dolce culto della memoria. C’e' poi un dato molto importante da cui non si puo' certo prescindere: in Inghilterra le norme sulla materia funeraria sono molto piu' elastiche ed “umane”.
Innanzi tutto la legge non prescrive in modo tassativo l’uso di cofani strettamente lignei (legno massello) con spessori minimi predefiniti. Anche la destinazione ultima del cadavere e' molto piu' libera: i feretri, infatti, non debbono obbligatoriamente esser interrati entro il recinto cimiteriale, possono esser sepolti ovunque, con una sola limitazione: la fossa viene scavata ad almeno 250 metri dalla piu' vicina fonte d’acqua. L’idea di riaprire una buca, dopo gli anni di sepoltura legale per raccattare tra la fanghiglia l’ossame residuo, in Gran Bretagna sarebbe assolutamente inconcepibile. Le sepolture biologiche possono prevedere anche l'uso della cassa lignea, non esiste alcuna incompatibilita' tecnica oppure ideale, le tavole pero', dovranno esser di legno molto dolce e facilmente marcescibile I cofani proposti, inoltre, sono molto semplici, senza ninnoli o modanature. Assomigliano ad elementari scatole, proprio perche' non sono corredati con decorazioni, oppure accessori non biodegradabili che potrebbero interferire, in qualche modo, nella normale decomposizione dei tessuti. Adesso tra i gestori dei cimiteri italiani impazza la moda di inserire nel feretro, o nelle sue immediate vicinanze, soprattutto in caso inumazione, diverse sostanze biodegradante, capaci di favorire la decomposizione della materia organica. Simili sistemi hanno, in piu' di un’occasione, sollevato notevoli interrogativi di natura morale: e' lecito forzare con particolari soluzioni chimiche il naturale processo di putrefazione? Puo' l’uomo sostituirsi alla natura, pur di ricavare spazio per nuove tombe? Il concetto da sottolineare e', invece, l’assoluta naturalezza della decomposizione cadaverica: si tratta di un percorso spontaneo della materia che va sempre rispettato ed assecondato. Per quale intorcinata ragione, allora, l’uomo deve opporsi a questo disegno, studiando artificiosi metodi di sepoltura in grado di impedire o rallentare la decomposizione? Nella nuda terra i processi di scheletrizzazione, che si vorrebbe riprodurre grazie all’apporto di sostanze chimiche, avvengono in modo normale, senza bisogno di correttivi. L’ecosistema del pianeta terra ha, gia' in se', le soluzioni per addivenire ad un rapido 'smaltimento' (chiediamo scusa per questo termine cosi' tecnicistico ed orrido) dei cadaveri senza alcuna violenza al corpo ed alla memoria di una persona scomparsa. La proposta dei “funerali verdi” nasce appunto da un progressivo riavvicinamento all’insieme dei fenomeni naturali: noi occidentali, drogati di tecnologia ed elettronica, ci stiamo allontanando pericolosamente dalla giusta percezione dell’ambiente che ci circonda. La morte e' pur sempre un assoluto richiamo alla realta' di questo mondo, se noi riuscissimo a percepire tale momento, purtroppo cosi' doloroso, come un necessario passaggio negli eterni cicli di distruzione e rigenerazione della materia organica potremmo maturare un pensiero molto piu' conciliante e consolatorio sull’inevitabile fine dell’esistenza.
Questa ritrovata coscienza sull’ineluttabilita' del morire non e' solo un procedimento di crescita intellettuale, deve tradursi anche in strategie concrete, operative e materiali. La nostra societa', in effetti, ha bisogno di nuovi luoghi dedicati alla spiritualita' della morte.

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Carlo Ballotta

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3 thoughts on “Rivoluzione verde per i cimiteri italiani?

  1. In Regione Lombardia si applica appieno il dettato della Legge Statale n. 130/2001. Con la dispersione delle ceneri si può incorrere in violazione del Codice Penale ed è per questa ragione che si opta per una espressione del de cuius rafforzata. Occorre, pertanto, una disposizione scritta da parte del defunto (ovviamente formalizzata quando egli sia ancora in vita) ossia testamento nelle sue varie forme oppure un’apposita iscrizione a società cremazionista in cui sia esplicitamente formulato il desiderio di dispersione delle proprie ceneri.

  2. Chiedo scusa, forse la risposta alla mia domanda è già indicata sopra, ma tra leggi e termini latini mi sono persa. In Lombardia cosa bisogna fare affinchè le ceneri possano essere disperse su un terreno o semplicemente nell’aria o da qualsiasi altra parte? Bisogna lasciare qualche cosa di scritto? In che termini? Lo scritto dovrà essere depositato da qualche parte? Grazie.

  3. Caro Necroforo,

    Vivo in Austria e sono molto interessato a tutti gli sviluppi nel settore di “green burial”. Quello che hai scritto sopra è molto interessante per me, non tanto per i fatti (che essendo anglosassone e interessato al fenomeno più o meno già li sapevo) che per il tuo opinione nel ultimo paragrafo. Anche io penso così….

    Lavori nel settore? Dove? Sarebbe forse interessante scambiare qualche idea nel campo di green burials tra di noi.

    Rispondi se pensi lo stesso.

    Thomas Friese

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