Prima pronuncia dei magistrati sulla sepoltura dei feti prevista dal regolamento lombardo

Di seguito si riporta un articolo di Laura Asnaghi, pubblicato sul quotidiano La Repubblica (cronaca di Milano) del 15/6/2007 e di seguito un’ANSA in materia.

Le notizie si riferiscono all’archiviazione dell’esposto dei radicali tendente a cassare la parte del regolamento lombardo in materia di feti, perché in violazione di norme penali (così asseriscono i Radicali). Il giudice non ha accolto tale tesi. I Radicali hanno ora impugnato l’archiviazione.

La Repubblica – Ed. Milano: Sepoltura dei feti, critiche dal giudice
Il pm Grezzi: ”Il regolamento regionale è un ostacolo all’aborto ” – 15/06/2007

«IL regolamento della Regione Lombardia che prevede la possibilità di seppellire i feti è oggettivamente un ostacolo, di tipo psicologico, all’interruzione volontaria della gravidanza». A sostenerlo è il pubblico ministero Marco Ghezzi. Il magistrato, che doveva valutare la denuncia presentata dai Radicali contro il nuovo e contestato regolamento cimiteriale votato dal Pirellone a fine gennaio, ha chiesto l’archiviazione dell’esposto perché «non viola alcun precetto penale», ma ha comunque preso posizione contro il regolamento. Un no chiaro, con considerazioni molto vicine a quelle espresse dalle donne dell’associazione Usciamo dal Silenzio. Infatti nell’atto di richiesta di archiviazione il pubblico ministero scrive: «Il regolamento è oggettivamente un ostacolo all’interruzione di gravidanza, posto che, prevedendo la sepoltura dei feti, si tende ad assimilare il prodotto del concepimento a un individuo, concetto propugnato dagli anti-abortisti e negato dai loro avversari». La posizione di Ghezzi è molto vicina a quella delle femministe milanesi e lui di fronte a questa considerazione dice, sorridendo: «Qui emerge la parte femminile che è in me». E, poi, serio, aggiunge: «Anch’io vivo nella società e ho le mie idee. Comunque, tengo ben separati gli aspetti penali di una vicenda dalle mie considerazioni private. Ho chiesto l’archiviazione dell’esposto perché non c’era reato. Questo però non mi impedisce di dire che il regolamento sulla sepoltura dei feti sia un ostacolo a una legge dello Stato, fatta apposta per evitare il ricorso agli aborti clandestini “.
La presa di posizione del magistrato arriva a pochi giorni dall’ennesima polemica provocata dall’applicazione del regolamento lombardo. Una donna aveva denunciato il fatto che al San Paolo chi chiede l’interruzione volontaria della gravidanza è costretta, prima di entrare in sala operatoria, a riempire un modulo in cui deve indicare che tipo di sepoltura dare al feto. Poi si era scoperto che i moduli erano stati adottati anche da altri due ospedali milanesi ed era intervenuta la Regione sostenendo che “tutto questo è frutto di una cattiva interpretazione dei regolamento”. Così i moduli erano stati messi al bando, per poi riapparire, in una forma ancora più penalizzante per la donna, con una scheda elaborata dall’Asl e dal Comune, in cui si chiedeva, tra l’altro, anche il numero della carta d’identità della donna. E ieri i diessini hanno presentato una interpellanza urgente in Regione per chiedere “il blocco immediato del famigerato modulo”. L’interpellanza porta la firma di Ardesia Oriani e dei consiglierei Ds Benigni, Valmaggi, Porcari e Concordati, del verde Carlo Monguzzi e di altri esponenti dell’Unione. «I moduli sono una violazione della privacy – denuncia Ardesia Oriani – e chiediamo alla regione di mandare lettere a tutti gli ospedali e a tutte le Asl con indicazioni chiare sull’applicazione del regolamento». Intanto in molti ospedali i feti restano in attesa di sepoltura. Infatti, non sono ancora stati trovati i contenitori adatti allo loro cremazione.

ABORTO: LOMBARDIA; RADICALI IMPUGNANO ARCHIVIAZIONE ESPOSTO – 15/06/2007

MILANO, 15 GIU – Non si arrendono i radicali dopo l’archiviazione del loro esposto contro il regolamento della Lombardia che obbliga gli ospedali ad informare le famiglie della possibilità di seppellire feti e prodotti abortivi.
Valerio Federico, il segretario milanese del partito, e Silvio Viale, il medico del Sant’Anna di Torino famoso per aver iniziato la sperimentazione della pillola abortiva RU486, hanno infatti annunciato di volersi opporre all’archiviazione.
”Comunque – dicono – portiamo in cascina le pesanti dichiarazioni del sostituto procuratore Marco Ghezzi”. Secondo i due radicali, infatti nelle motivazioni dell’archiviazione, Ghezzi ”ha individuato in modo preciso il peccato originale che macchia indelebilmente il regolamento regionale: il tentativo di condizionare la libera scelta, garantita da una legge dello Stato, delle donne che intendono abortire”.
Per questo Viale e Federico chiedono al centrosinistra ”e in particolare i Ds di lottare insieme ai Radicali e alle donne di ‘Usciamo dal silenzio’ per cambiare il regolamento regionale”.
A difendere il provvedimento e’ l’assessore alla Sanita’ della Lombardia Luciano Bresciani. ”Abbiamo agito nel pieno rispetto della legge e della sensibilità umana” ha detto ricordando che già un decreto del Presidente della Repubblica del 1990 permetteva la sepoltura.
”La Regione – ha osservato – ha recepito la legge dello Stato con propria legge regionale perfettamente coerente con i principi di quella statale: sorprende che una corretta procedura possa provocare polemiche che non sono state invece sollevate per l’azione dei legislatori statali”. (ANSA).

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