Molta stampa italiana è incapace di rappresentare l’essenza e le istanze del settore funerario

Leggere i pochi articoli apparsi su alcune testate giornalistiche, digitali o locali, sui contenuti di Tanexpo 2018, una delle più importanti fiere al mondo, se non la più importante, è, per chi lavora in questo settore, desolante.
A titolo di esempio riportiamo per esteso un esempio di questo “impegno” giornalistico:

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“La morte ti fa bella a Tanexpo, l’esposizione internazionale di arte funeraria e cimiteriale che da 24 anni espone tutte le novità del mercato degli arredi sacri, funebri e dei servizi. Ospitata negli spazi di BolognaFiera, le proposte di questa edizione spaziano dai servizi di cremazione online per animali domestici, passando per le urne biodegradabili, fino ai “gioielli portaceneri”: ciondoli, braccialetti e orecchini, tutti tassativamente abbinati, per portare con sé piccole parti di ceneri del “defunto caro”.
“Gli imprenditori che sono presenti qui sono ineccepibili”, ha commentato l’assessore regionale alle politiche per la salute Sergio Venturi dopo il taglio del nastro. “Dobbiamo essere in grado, con i controlli che facciamo, di mettere fuori gioco quelle persone che invece si avvicinano alle famiglie in un momento così duro, difficile, delicato e triste, senza legalità né sensibilità”.
Ma a dispetto di quanto si potrebbe immaginare, tra i padiglioni della fiera non si respira affatto un’aria triste. C’è chi ha organizzato un “grande evento culturale”, allestendo uno stand dove un illustratore offre “caricature con la mano sinistra”, affianco “a teschi di marmo sorridenti“; c’è chi produce gadget promozionali per le pompe funebri, decisamente goliardici, che vanno a ruba. Si tratta di riproduzioni di scheletri, teschi e bare, con didascalie incise che vanno dal semplice “è ora, più tardi che mai”, fino allo scaramantico “toccami, un giorno sarò tua”, per non dimenticare “che prima o poi toccherà a tutti”

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Diverse testate con molta maggiore diffusione di quella da cui è stato ripreso l’articolo, sia cartacee, sia digitali, sono sulla stessa lunghezza d’onda.
Possibile che il giornalista della testata in questione, non sia riuscito a cogliere la dimensione economica di un settore così delicato, lo sforzo di crescita formativa determinato da ben 5 eventi culturali, la presenza di esperti e rappresentanti di Organismi internazionali che si sono confrontati su temi seri e decisivi per il futuro dell’imprenditoria funebre e dei cimiteri.
Aggiungo: possibile non accorgersi di una presenza nutrita e interessata di operatori del settore provenienti da ogni parte d’Italia e da decine di diverse nazioni? Macché!! Tutta l’attenzione è su gadget, teschietti, dichiarazioni politiche girate apposta per rappresentare una immagine del settore “senza legalità né sensibilità”.
Sinceramente, una incapacità totale di cogliere e rappresentare l’essenza e le istanze del settore funerario italiano.
Peccato, ancora una volta buona parte del giornalismo italiano ha bucato la notizia.

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