Il Presidente della provincia di Treviso favorevole ad un cimitero islamico separato

Un cimitero islamico provinciale nel territorio della provincia di Treviso.
E’ questo l’accordo trovato questa settimana dal presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, con il mediatore marocchino Abderrahmane Kounti, dopo le polemiche scaturite dall’iniziativa del sindaco di Casale, Bruna Battaglion, promotrice del cimitero multireligioso.
Dopo le su durissime parole («mi offenderei se vedessi le tombe dei musulmani accanto a quelle dei miei cari») Muraro rilancia l’idea di realizzare strutture separate per il saluto ai defunti.
Ma non mancano le voci fuori dal coro, proprio dalla maggioranza: il sindaco di Valdobbiadene Davì si schiera apertamente contro la proposta: «I musulmani del mio paese troveranno sempre posto nel nostro cimitero comunale».
Un progetto ambizioso, scaturito al termine dell’incontro di Kounti e altri due mediatori islamici, Madhoun Jamal e Jamil Said, con il presidente della Provincia.
«Abbiamo chiarito le nostre posizioni – spiega Muraro – e concordato che devono esserci luoghi di culto separati dai nostri, a livello provinciale ma anche regionale.
Così che gli islamici possano portare il saluto ai propri defunti seguendo le loro regole.
Vedremo se ci saranno a disposizione anche dei fondi per la realizzazione di un cimitero provinciale, magari da varie associazioni nazionali.
Giustamente deve essere separato dalle nostre funzioni. Io ribadisco la mia disponibilità».
L’idea, quasi un dietrofront per il presidente della Povincia, è destinata a prendere corpo.
Arriverà il cimitero provinciale per gli islamici.
I dettagli essenziali per stilare le fondamenta del nuovo camposanto per i fedeli di Maometto ancora mancano.
Serve un’area adeguata, una realizzazione in tempi brevi, con finanziamenti non solo dalle comunità islamiche.
«Speriamo nell’aiuto di tutti», confermano i mediatori. «Non c’è nessuna preclusione – riprende Muraro – basta pensare che a Vittorio Veneto c’è il cimitero ebraico».
La tempistica diventa però essenziale, considerato il gran numero di extracomunitari di credo islamico presenti nella Marca.
E’ lo stesso Kounti a confermare l’interesse della comunità musulmana alla costruzione di un camposanto “riservato”:
«C’è stata grande apertura nei nostri confronti – conferma Kounti – il cimitero provinciale è l’ipotesi preferibile perchè toglie ogni strumentalizzazione sulla vicenda.
Non rifiutiamo i cimiteri cristiani, ma è necessaria una struttura solo per i musulmani.
Ora i defunti tornano in Marocco, ma quando muoiono i giovani bisogna tenerli in Italia, vicino ai cari che si stanno integrando».
Si registrano anche voci discordi nella maggioranza in Provincia sull problema maggiore: una possibile ghettizzazione dei musulmani.
Tra i contrari anche Pietro Giorgio Davì, che nel consiglio provinciale fa parte proprio della frangia di Muraro, pur essendo capogruppo di An.
«Sono totalmente disposto a dare spazio anche ai cittadini di Valdobbiadene di fede islamica – precisa Davì – sono contrario alla creazione di uno spazio isolato per loro.
Vogliono integrarsi? Così non si fa. Le leggi poi sono chiare: come sindaco devo dare spazio ai miei cittadini, perchè il cimitero è sì un luogo sacro, ma non cattolico: è disponibile per tutte le religioni. Ma nessuno si preoccupa di noi sindaci? Se i parenti di un cittadino di Valdobbiadene, di religione islamica, chiedono la sepoltura nel nostro cimitero non posso rifiutarli. Anzi, do la mia disponibilità. Con il cimitero provinciale sorgerebbe solo confusione».
fonte: La Tribuna di Treviso

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