In linea d'aria distano sette chilometri, ma come idee settemila di chilometri

Christian Leclerc, sindaco francese di Champlan, piccolo comune nel dipartimento dell’Essonne nella regione dell’Île-de-France, ha rifiutato il seppellimento di una neonata rom nel cimitero del suo comune.
La bimba, Maria Francesca, è nata lo scorso 14 ottobre 2014 ed è morta la notte tra il 25 e il 26 dicembre 2014 a causa della sindrome del lattante.
Una morte improvvisa constatata in ospedale.
In seguito sono scattate le pratiche per il seppellimento e si è richiesto all’amministrazione le autorizzazioni per l’inumazione della piccola salma al cimitero municipale.
Il sindaco, eletto nel partito di destra DVD, ha negato il permesso senza apparenti giustificazioni, poi ha dichiarato semplicemente che non c’era posto e che lui preferisce dare la precedenza a chi paga le tasse.
A dare sepoltura a Maria Francesca si è fatta avanti l’ amministrazione di Wissous, paesino a circa sette chilometri di distanza. “La madre ha già perso un bambino, non aggiungiamo altri dispiaceri” ha commentato il sindaco di Wissous, Trinquier, un medico che appartiene all’UMP, il partito di Sarkozy, che ha deciso di offrire una tomba nel suo cimitero.
La notizia ha fatto il gieo d’Europa ed è andata sulle prime pagine di molti giornali. Cosicché il premier francese Valls ha definito la scelta del sindaco Leclerc "un insulto" per la Francia.
Il sindaco, a sua volta, è corso ai ripari spiegando di esser stato "frainteso" ed è tornato sulla sua decisione ma la madre del bambino, "per quanto col cuore infranto" (così dice Csilla Ducrocq, di un’associazione di volontariato con i Rom) non ha voluto accettare la – tardiva – offerta del sindaco.
Il bambino è stato quindi sepolto nel paese di Wissous con una breve e sentita cerimonia religiosa. Cioé del paese che da subito si era offerto di ospitare la salma della piccola Rom.

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