Cremazioni e servizi mortuari … saturi. Effetti di un “ospedale unico”.

In Veneto, l’Azienda ULSS n. 4, in cui erano presenti due ospedali ha realizzato, in project-financing, un “ospedale unico”, operativo da (circa) febbraio, La nuova struttura ospedaliera dispone di proprie “camere mortuarie” (così indicate nel cartelli di viabilita’ interna), per cui sta sorgendo una questione di disponibilita’ di posti ( http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/1726_news/351154_boom_cremazioni_e_allobitorio_non_c_pi_posto/ ), in conseguenza del fatto che la pur non eccessiva richiesta di cremazioni, comporta, nell’area, tempi di attesa per l’accoglimento negli impianti di cremazione, tradizionalmente facendo riferimento agli impianti di Vicenza o di Spinea (cosa cui potrebbe rimediarsi considerando la possibilita’ di fare riferimento anche agli impianti di Verona, Padova o Venezia-Marghera, che, in alcuni casi, potrebbe consentire, alle famiglie, qualche lieve risparmio).
Infatti, in attesa dell’accoglimento presso l’impianto di cremazione, i feretri, avvenute le esequie, vengono conservati presso il servizio mortuario del “nuovo ospedale”, la cui capacità e’ limitata, in quanto presumibilmente progettata per un dimensionamento che non ha tenuto conto di questi aspetti.
Sembra essere stato ipotizzato di utilizzare la camere mortuarie dei cimiteri, cosa che comporterebbe oneri aggiuntivi per i comuni (anche se un tale utilizzo non potrebbe che essere che a pagamento, ma, spesso, i comuni neppure hanno determinato una qualche tariffazione, anche a causa di una scarsa domanda di utilizzo per i fini propri), anche se qualche comune segnali una loro non idoneità, trascurando come le camere mortuarie nei cimiteri siano destinate ad altre funzioni che non la conservazione temporanea di feretri in attesa di cremazione. Tanto che, tra le diverse ipotesi, sembra esservi anche quella di una riattivazione, dei servizi mortuari degli ospedali, o di uno di essi, chiusi a seguito del trasferimento nell'”ospedale unico”. Tra le possibili soluzione potrebbero esservi sia interventi di efficientamento presso gli impianti di cremazione, sotto il profilo dei tempi di accolgimento, ma anche l’ampliamento del panel di impianti di cremazione a cui fare riferimento. Comprensibilmente, vi sono preoccupazioni, anche in vista dell’approssimarsi del periodo estivo.

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Sereno Scolaro

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