Sardegna: 168 persone di imprese funebri e personale sanitario indagate per racket caro estinto, di cui 20 agli arresti

Sono 168 le persone indagate e 20 gli arresti finora effettuati nell’ambito di una maxi operazione denominata “Caronte” che cerca di fare luce nel mercato dei servizi funebri in Sardegna.
Le indagini sono realizzate da circa 150 militari impegnati tra Cagliari, Quartu, Dolianova, Sanluri, Iglesias, Narcao e Isili (Nuoro), oltre al Comando provinciale dei Carabinieri.
Tra i reati contestati alle persone indagate c’è quello di occuparsi, senza averne alcun diritto, delle pratiche riguardanti le persone appena decedute presso gli ospedali di Cagliari.
Gli indagati inoltre consigliavano alle famiglie che avevano appena perso i propri cari alcune agenzie funebri e inoltre chiudevano le bare prima del tempo previsto per legge per l’osservazione del morto.
Tra le varie accuse a carico delle 168 persone indagate e dei 20 arrestati vi sono anche quelle di truffa aggravata, falso in atto pubblico, peculato e induzione indebita continuata in concorso.
Le indagini sono state condotte nel periodo tra il 2013 e il 2015 e hanno permesso di accertare i vari reati messi in atto all’interno del business dei servizi funebri.
Nel corso di questi due anni, il giro di affari illegali arriverebbe a un totale intorno ai 500 mila euro.
Come prove, i carabinieri hanno a loro disposizione numerosi video in cui i dipendenti delle agenzie funebri sono filmati mentre mettono in atto le loro attività illecite.
L’indagine ha avuto avvio a partire dall’esposto presentato dal titolare di un’agenzia funebre, che non avrebbe accettato le richieste di denaro che gli erano state fatte da alcuni necrofori delle strutture sanitarie e sarebbe quindi rimasto escluso dalla gestione dei servizi.
Tra le 148 persone indagate che sono ancora in libertà ci sarebbero i titolari di 11 imprese funebri e i dipendenti di più di quaranta agenzie funebri di Cagliari e della Sardegna

NECROFORI AI DOMICILIARI – Numerosi i necrofori arrestati questa mattina nell’ambito dell’operazione dei carabinieri della compagnia di Cagliati e della Stazione di Villanova, denominata “Caronte”, che ha portato alla luce il business del ‘caro estinto’ con agenzie funebri favorite dagli operatori funerari. Ai domiciliari sono finiti Andrea Vacca, Piero Spiga, Paolo Atzeni, Ivano Tullio Arangino, Bruno Carta, Pietro Murgia, Agostino Di Francesco, Mario Onnis, Romano Congiu, Giorgio Locci, Umberto Fanni, Gesuino Cocco, Antonello Melis, Piero Usai, Ignazio Puddu, Marco Putzu, Mario Pinna, Ignazio Pilloni, Mario Palmas, Salvatore Furcas.

A fronte di un a mancia nei cinque ospedali interessati dalle indagini gli addetti alle camere mortuarie passavano informazioni, vestivano le salme, snellivano (per così dire …) le procedure burocratiche.
Il tutto in cambio di un compenso in denaro variabile tra 20 e 200 euro per servizio funebre.
E’ un sistema in cui non i corrotti (addetti alle camere mortuarie) hanno sorpassato i corruttori (imprese funebri). E la cosa pazzesca è che si erano pure accorti di essere controllati e delle telecamere nascoste e hanno continuato egualmente. In più sono state contestate vere e proprie truffe come il timbrare il cartellino per conto di altri e così via.
Aumenta sempre più la necessità di por mano a questo settore non solo con leggi appropriate, ma anche con sistemi di controllo adeguati in tutte le strutture sanitarie.

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