L’ipotesi di assegnare la gestione delle camere mortuarie delle Molinette di Torino a imprese funebri è fortemente contestata

Il commissario delle Molinette a Torino, Giuseppe Galanzino, ha pensato bene di affidare a un appalto esterno la gestione delle camere mortuarie.
«Non possiamo subire passivamente che fatti come quello del 2003, e prima ancora del 2001 e del 98, coinvolgano personale interno a questo ospedale, gettando ombre su un servizio così delicato – spiega Galanzino -.
Così, nella riorganizzazione complessiva delle Molinette, abbiamo pensato che delegare allesterno la gestione delle camere ardenti, dal trasporto della salma alla vestizione e allesposizione, possa favorire la nascita di un pool di imprese che collaborino anziché farsi la guerra.
E in questo modo si possano anche calmierare i prezzi dei servizi funebri».
Il bando è aperto a tutte le imprese di onoranze funebri, che, per un periodo massimo di tre anni, gestirebbero il servizio.
«E chiaro – sottolinea il dottor Galanzino – che questo meccanismo non vincola assolutamente i parenti del defunto, liberi, come oggi, di affidarsi per la cerimonia funebre aqualunque impresa, non necessariamente a quella che si occupa del loro caro dal momento in cui muore fino alla partenza del funerale».Lidea di affidare a terzi la gestione della morgue del principale ospedale piemontese «èun progetto sperimentale» ha subito creato un vespaio di polemiche da parte delle associazioni dellimprenditoria funebre privata e anche di rappresentanti della SEFIT (lassociazione delle imprese pubbliche).
«Sappiamo che ormai per gli ospedali è diventato rischiosa la gestione dei servizi mortuari dice Daniele Fogli Responsabile tecnico della SEFIT perché se gestiscono con personale proprio il servizio rischiano che le informazioni siano vendute allimpresa funebre migliore offerente.
Se gestiscono il servizio in appalto, dopo poco tempo il personale operante mette allasta le informazioni riservate di cui dispone.
Si parla di mazzette dellordine dai 300 ai 500 euro per ciascun funerale acquisito da imprese funebri che usano questi mezzi per accaparrasi quote significative di mercato.
E un errore anche quello delle Molinette, che pensa di fare un appalto riservato alle imprese funebri, con quella che offre il prezzo piùbasso per il funerale che risulta vincitrice della gestione della camera mortuaria ospedaliera. Lerrore sta nel fatto che si crea un vero e proprio cartello legalizzato, si altera il mercato funebre locale e inoltre si violano le norme sulla libertà di concorrenza per fornitura di servizi (e la procedura dovrebbe essere segnalata allAntitrust per i provvedimenti del caso).
Se lassegnazione seguisse le regole del bando noto, chi ci dice che poi ai prezzi (a cui si impegna limpresa funebre di vendere talune categorie di funerali) siano abbinati funerali veramente dignitosi? Lesperienza di chi aveva tentato soluzioni analoghe 10-20 anni fa è stata un fallimento, in quanto stabilendo dei funerali a prezzi predefiniti e sociali, a quei prezzi nelle sale mostre delle imprese funebri convenzionate corrispondevano bare di pessima qualità. »
Invece la SEFIT, prosegue Fogli – «vede soluzioni come quelle delle Molintte di Torino dei sistemi per togliersi responsabilità e nel contempo ridurre fortemente i costi di gestione dei servizi mortuari ospedalieri, scaricando il vero onere sulle spalle dei cittadini che pagheranno questi oneri impropri nel prezzo del funerale che andranno a pagare. Per la SEFIT, invece, vi è la necessità di un provvedimento legislativo in materia, diverso da quello che sul finire della precedente legislatura era approdato in Senato noto come AS.3310, capace di togliere la gestione delle camere mortuarie dalle strutture sanitarie e affidarle ad un soggetto nuovo che ha come mission principale quella della trasparenza della scelta dellimpresa funebre e di tutela della cittadinanza. SEFIT ha preso liniziativa a metà dicembre 2006 (nel convegno di Torino) di proporre allimprenditoria funebre privata di mettersi attorno ad un tavolo comune e di lavorare per un testo condiviso, da proporre nelle sedi parlamentari competenti. E a febbraio è previsto il primo incontro»

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