La formula magica del dopo formalina

Oggi la ricerca chimica fornisce un notevole contributo alla medicina legale.

I trattamenti conservativi riescono particolarmente difficili e scabrosi, soprattutto quando debbano esser effettuati a domicilio, siccome prevedono, pur sempre, tecniche invasive per drenare i liquidi perfusivi ed inserire nel comparto artero-venoso una soluzione a base di formolo o suoi diretti derivati.

Occorre, infatti, prima aspirare tutto il sangue e stoccarlo in particolari fusti, e solo in un secondo tempo verra' immesso nell’apparato circolatorio il fluido conservante.

Bisogna poi sempre ricordare l’estrema tossicita' della formaldeide: e' altamente cancerogena, provoca irritazioni dermatologiche e con i suoi vapori puo' arrecare danni irreparabili alle mucose nasali alterando pesantemente il senso dell’olfatto.

Anche la pratica di piccole incisioni per individuare i vasi sanguigni o rimuovere eventuali ostruzioni al passaggio del balsamo, come grumi di sangue rappreso, che ristagnino nei vasi, diventa problematica, se effettuata dinnanzi allo sguardo sgomento dei dolenti.

Ecco, allora, un’importante innovazione introdotta dalla scuola madrilena di tanatoprassi.

Nella capitale spagnola, infatti, e' molto attivo un gruppo di ricercatori universitari che, da anni, sta testando nuove sostanze capaci di arrestare i processi putrefattivi, senza gli effetti indesiderati e nocivi per la salute degli operatori funebri tipici dell’aldeide formica.

E’ stato, dunque, messo a punto un rivoluzionario balsamo a base non di formalina, ma di perossidi ed alcoli, ad alto potere biocida.

Per semplificare potremmo, a ragione, parlare di un potentissimo antibiotico, o, perdonate l’azzardo concettuale, di una “super” chemioterapia del post mortem.

L’azione combinata di tali sostanze chimiche sarebbe in grado di stroncare, anche per lungo tempo, l’attivita' tumultuosa di quei microrganismi responsabili della degenerazione a carico di tessuti e parti molli che aggrediscono il corpo umano subito dopo la morte.

La grande novita' consiste nell’uso topico di questi prodotti, cosi' non occorrono piu' aghi o sonde per incanulare vene o arterie, perche' basta applicare il composto direttamente sulla pelle del defunto per ottenere un risultato apprezzabile, anche sotto l’aspetto estetico.

Esistono, pero', ancora alcuni dubbi operativi, l’efficacia dell’uso superficiale potrebbe esser pesantemente ostacolata dalla tendenza del cadavere a rilasciare tramite evaporazione gli umori acquei presenti nei tessuti piu' vicini all’epidermide.

Un balsamo troppo volatile potrebbe svanire in tempi molto rapidi senza esser assorbito in quantita' sufficiente dalla pelle.

Ecco allora come per stabilizzare l’assetto chimico della salma, anche per un periodo abbastanza lungo, sia comunque necessaria una metodica iniettiva cosi' da raggiungere, in tutta sicurezza, gli organi interni e le masse molli presenti nelle viscere., ovvero quelle zone del corpo umano dove piu' aggressiva e' l’azione dei fenomeni putrefattivi.

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Carlo Ballotta

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