Imperia: oltre 6 anni a medico necroscopo che non faceva il proprio dovere

“Intollerabile cinismo“ e “aberrante modalità di redazione e firma dei certificati necroscopici “. Questo il secco commento dei giudici del Tribunale di Imperia, nelle motivazioni delle sentenza di condanna della dott.ssa Simona Del Vecchio, ex dirigente della Struttura Complessa di Medicina Legale dell’Asl1 Imperiese, a 6 anni e 6 mesi di carcere con l’accusa di truffa ai danni dello Stato, peculato e falso.
In relazione alle cosiddette autopsie “fantasma”, i giudici scrivono che “si era giunti a una prassi di aberrante modalità di redazione e firma dei certificati necroscopici, senza la preventiva visita del cadavere, che coinvolgeva la dottoressa Del Vecchio e altri medici della struttura di medicina legale: salvo si trattasse di morti giovani o di morti strane, che avrebbero potuto evidenziare maggiori sospetti rispetto le morti di anziani avvenuto nelle proprie case. Certamente i medici legali erano onerati da compiti gravosi, e in tal senso alcune precise domande poste dalla difesa: ma la circostanza non giustifica, all’evidenza, la falsa attestazione”.
A riguardo, il collegio, non risparmia un passaggio critico sul comportamento dei dipendenti delle pompe funebri in relazione alle modalità di ritiro e alla compilazione dei certificati necroscopici (“nonostante l’atteggiamento dei dipendenti delle pompe funebri, onestamente definito ‘curioso’ dal Pm”) aggiunge che “tale modalità non avrebbe avuto ragione di esistere se le salme fossero state davvero viste, perché se le salme venivano viste il necroscopico viene lasciato lì vicino al morto, non c’è bisogno per il medico necroscopo di portarlo alle pompe funebri né a questi di andarlo a ritirare presso gli uffici dell’ASL”.

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